CARLO D'ELIA
Cronaca

Coronavirus a Codogno, "Tante lodi ma neanche un euro"

In stato di agitazione il personale dell’ospedale che chiede un premio per il lavoro svolto

ll personale chiede un riconoscimento per l'impegno

ll personale chiede un riconoscimento per l'impegno

Codogno (Lodi), 6 giugno 2020 - I dipendenti dell’Asst di Lodi sono in stato d’agitazione. I sindacati Fisi, Confsal e Cisl annunciano che da martedì all’8 luglio medici, infermieri e Oss lodigiani rinunceranno al lavoro straordinario e alla reperibilità dopo il braccio di ferro delle ultime settimane con i vertici dell’azienda per il riconoscimento di un premio in busta paga per il personale sanitario (i sindacati chiedono di prendere quei soldi dalle numerose donazioni arrivate per l’emergenza coronavirus da marzo a oggi). Previsto anche un presidio fisso, un camper, in piazza Ospitale, davanti agli uffici del direttore generale dell’Asst di Lodi Massimo Lombardo, per chiedere chiarimenti sul futuro dei presidi ospedalieri di Codogno e Casalpusterlengo.

"Il personale del comparto e della dirigenza è sottoposto a un’attività di lavoro sfibrante con un numero di addetti risibile – spiegano i sindacalisti Fisi, Confsal e Csil –. In queste condizioni le donazioni dei cittadini devolute per il personale che ha lottato contro il coronavirus sono in mano aziendale e la stessa azienda non intende scucire neppure un centesimo a riconoscimento dei grandi sacrifici di tutto il personale dipendente. Il dialogo con l’azienda purtroppo si è dimostrato solo fiato sprecato". Allo sciopero poi si aggiungono i problemi legati alla riapertura del presidio di emergenza/urgenza del Basso Lodigiano chiuso dalla mattina del 21 febbraio scorso e riaperto giovedì. Già poche ore dopo la riapertura del pronto soccorso, i sindacati denunciano che alcuni pazienti sarebbero stati subito trasferiti in altre strutture ospedaliere perché oltre al pronto soccorso al momento l’ospedale di Codogno non sarebbe attrezzato per gestire i casi urgenti. "Già ieri (giovedì, ndr) tanti pazienti sono stati mandati all’ospedale di Lodi – sottolinea il segretario provinciale Fisi di Lodi, Gianfranco Bignamini –. Per esempio nel nuovo pronto soccorso di Codogno non c’è il pediatra e quindi i bambini posso essere curati solo a Lodi. Ortopedia e chirurgia, stesso problema. L’ospedale di Codogno è una scatola vuota".

Intanto resta un rebus il futuro dell’ospedale di Casalpusterlengo. L’ospedale di via Fleming (da aprile svuotato dei propri reparti di Riabilitazione, Geriatria, Sub acuti, Day hospital oncologico, trasferiti a Codogno e a Lodi), e trasformato in un hub nel quale ospitare i Covid cosiddetti “verdi“ cioè pazienti con pochi sintomi che hanno bisogno di vigilanza attiva, potrebbe essere già chiuso dal 15 giugno: gli utenti dovevano essere una ventina in una settimana e invece sono solo quattro (ormai prossimi alla dimissione). Della questione si è discusso ieri durante una riunione tra Asst, Asp Basso Lodigiano e Azienda speciale di Casale. Una decisione dovrà essere presa entro la prossima settimana.