MARIO BORRA
Cronaca

Corsa al fotovoltaico nel Lodigiano, l’esperto: “Così si distrugge l’ambiente”

In provincia quattro impianti pronti al via, a Codogno sono due le richieste sul piatto. Il professore Luca Canova: “Va messa una soglia al territorio libero da riservare ai pannelli, indicando anche una serie di linee guida, a partire dalla distanza delle case”

Impianto fotovoltaico, a destra, il docente Luca Canova

Impianto fotovoltaico, a destra, il docente Luca Canova

Codogno, 13 gennaio 2025 – Il Lodigiano ormai da tempo è finito nel mirino di imprenditori del fotovoltaico che sono a caccia di terreni agricoli dove poter installare centinaia di pannelli. Sono ormai circa una ventina le domande arrivate sul tavolo dei Comuni con diversi altri abboccamenti e proposte che arriveranno a medio lungo termine. A Codogno sono due le richieste sul piatto, una delle quali alla frazione Triulza dove i residenti hanno promesso battaglia e, proprio in questi giorni, comincerà una raccolta di firme a supporto di una mozione che verrà votata nel prossimo Consiglio comunale.

Abbiamo chiesto a Luca Canova, casalino, docente universitario a Pavia, esperto in questioni ambientali, zoologo, ex direttore del Parco Adda Sud nonché attuale direttore attuale della riserva naturalistica Monticchie di Somaglia di tracciare il momento attuale.

Come si è arrivati a questo punto?

"Sono anni che dico che sarebbe arrivato il momento in cui, nel nome dell’ambiente, si sarebbe distrutto l’ambiente. Ora ci siamo arrivati".

Chi sostiene queste iniziative?

"Dalle lobby mascherate da associazioni ambientaliste a quelle dell’energia a quelle dell’industria, agricoltura. Azioni che si esplicano nella formulazione di leggi assurde, come quella che permette di coprire centinaia di migliaia di metri quadrati di campagna con pannelli senza valutarne gli impatti, nei ritardi nel definire le aree intangibili, nell’inesistenza di limiti dimensionali e territoriali, nei fumosi e inutili strumenti di pianificazione".

Quali sono gli impatti ?

"Nell’attuale situazione, tutto il Lodigiano è appetibile. Nella Bassa ci sono 15.000 ettari, tutti a disposizione e non a caso credo che solo nell’area di Casale e Codogno ci siano almeno 4 impianti di grandi dimensioni pronti al via. Gli impatti sono quelli che derivano dal mutamento radicale e irreversibile dell’ambiente. Poi si deve tener conto dell’esistenza di un Sito di Importanza Comunitaria come Monticchie che deve esprimersi sugli impatti potenziali e reali delle nuove costruzioni. Monticchie è ormai isolata in un quadrilatero delimitato da aree industriali, autostrade, conurbazioni. Dentro questo spazio, ogni ambiente naturale o agricolo che si perde impatta direttamente sulla fauna della riserva naturale e su processi ecologici fondamentali come la dispersione e la migrazione".

Chi manca all’appello in questa situazione?

“Quello che manca è il governo del processo. Nessuno nega l’uso del fotovoltaico ma va incentivato il suo uso diffuso sui tetti, nelle aree da recuperare, incluse industriali dismesse e discariche definendo una percentuale massima di territorio libero da riservare ai pannelli, non più dell’1 per cento in tutto il Lodigiano. E poi indirizzi chiari: la distanza dalle case va regolata, le estensioni massime vanno definite, la forma stessa degli impianti va precisata. La norma attuale invece fa acqua da ogni parte".