CARLO D’ELIA
Cronaca

Lodi, lottò per la vita contro il Covid: "Quando vedo i No vax mi sale la bile"

La testimonianza di Rocco Devecchi, 70 anni, che lo scorso anno lottò per quattro mesi tra la vita e la morte

Rocco Devecchi

Lodi - «A chi dice che siamo “cavie“ voglio dire: io e la mia famiglia, e non solo, abbiamo sofferto l’inferno per colpa del Covid. Vaccinarsi è un atto di civiltà". Rocco Devecchi, 70 anni, pensionato, ex dipendente Enel e volontario al circolo Cerri di Lodi, che il Covid lo ha vissuto sulla propria pelle, non vuole proprio sentire parlare di no vax (circa 15mila nel Lodigiano).

Nel 2020 ha lottato per quattro mesi tra la vita e la morte per colpa del maledetto virus. Devecchi si è ammalato di Covid il 13 marzo 2020 ed è stato in ospedale per quasi quattro mesi con diagnosi di polmonite interstiziale. Solo il 10 luglio è riuscito a tornare a casa dalla moglie, dalle tre figlie e riabbracciare i nipotini, dopo un lungo ricovero al San Matteo di Pavia e una fase di riabilitazione all’ospedale di Ponte dell’Olio (Piacenza). Oggi il 70enne si definisce "una persona cambiata". "Il Covid mi ha stravolto la vita – racconta Devecchi –. Il “mostro“ è pericoloso e tutti lo devono capire. Sono dispiaciuto per quelli che negano l’esistenza del Covid, oppure non vogliono vaccinarsi. Bisogna capire che non siamo dei supereroi, ma persone normali. Il voler bene a noi stessi serve a noi ma pure ai nostri cari. Non si può fare finta di niente davanti alla sofferenza dei propri cari quando tu finisci in Terapia intensiva non per un giorno ma per quaranta giorni. Esci cambiato dopo aver vissuto il dramma del virus. Sei sicuro che i tuoi polmoni siano in ordine, i tuoi reni lavorino bene, il cuore sia sempre lo stesso, la testa normale come prima? Non chiedo di cambiare idea ma di rispettarci. Nella vita non bisogna usare il fioretto o la spada ma il buon senso". Ancora adesso a distanza di oltre un anno e mezzo dalla comparsa dei primi sintomi, il 70enne lodigiano, assicura non di sentirsi “guarito“.

«Prima del virus ero una persona sana - spiega Devecchi -. Ora sono in cura per i postumi della malattia. Non sono più quello di prima a livello fisico. Ho problemi agli arti. E per questo mi hanno riconosciuto un’invalidità legata al Covid. Di tutta la prima emergenza non ho un ricordo preciso, perchè sono stato quasi sempre intubato o in convalescenza. Ma oggi sentendo le parole delle persone che negano il virus o lo minimizzano, mi viene rabbia. Il Covid è terribile".