REDAZIONE LODI

Delitto di Pordenone, di nuovo in aula: proiettati i video della sera degli spari

Zelo, uno ricostruisce il tragitto percorso da Ruotolo, unico indagato

Trifone Ragone, 29 anni, e Teresa costanza, 30 anni uccisi a Pordenone

Zelo Buon Persico, 5 novembre 2016 - Due video hanno aperto, ieri, a Udine la ripresa del processo a Giosuè Ruotolo, l’ex militare campano unico imputato per l’omicidio di Teresa Costanza, originaria di Zelo, e Trifone Ragone. La coppia di fidanzati era stata freddata a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. Uno dei video proiettati in aula ricostruisce il tragitto percorso da Ruotolo quella sera, da casa alla palestra, al parco di San Valentino e poi di nuovo verso casa. L’altro ha ripreso il percorso fatto dal runner che la sera dell’omicidio uscì dalla palestra, incrociò Teresa e Trifone e dopo una quarantina di secondi, scomparso alla vista del palazzetto, udì gli spari.

Durante la giornata, inoltre, un investigatore è stato ascoltato dalla Corte di Assise: è il maggiore dei carabinieri Pier Luigi Grosseto, comandante del nucleo investigativo di Pordenone dal 6 settembre 2015. È dal tempo impiegato dal runner nel compiere il percorso da quando udì gli spari a quando la sua immagine viene ripresa dalla telecamera di videosorveglianza su via Interna, una ventina di secondi dopo il passaggio dell’Audi A3 di Ruotolo, che gli inquirenti hanno cercato di ricostruire a ritroso i tempi per collocare o meno l’auto dell’indagato nel parcheggio del palazzetto al momento dell’omicidio, secondo quanto spiegato dal teste in aula. La testimonianza del comandante si è poi spostata su alcuni messaggi scambiati tra i cellulari di Giosuè e della fidanzata Maria Rosaria Patrone. E sui messaggi scambiati sulla chat facebook tra ‘Anonimo Anonimo’ e Teresa Costanza.

«Il runner correva al centro del parcheggio; avrebbe quasi dovuto evitare l’Audi A3 se fosse stata lì e lui non l’ha vista. È un dato oggettivo». Lo ha affermato l’avvocato Giuseppe Esposito, legale di Giosuè Ruotolo, durante una pausa nell’udienza durante la deposizione del comandante del nucleo investigativo di Pordenone. Durante la proiezione dei video, infatti, il teste rispondeva di non ricordare di aver visto la vettura. «È vero che l’Audi di Ruotolo – ha aggiunto Esposito – viene ripresa delle telecamere. Ma se l’auto di chi ha commesso l’omicidio è andata via da una parte non ripresa dalle telecamere? Questa ipotesi non è stata esplorata. Cominciano a emergere delle ricostruzioni degli orari non sempre perfettamente compatibili con quella che è stata fino ad ora la prospettazione accusatoria. Siamo fiduciosi e convinti che qualche ingranaggio sui tempi della Procura, in particolare l’orario di uscita di Ruotolo dal parcheggio con l’orario in cui viene ripreso dalle telecamere non sia perfettamente funzionante». «Vedere il proprio figlio sballottato avanti e indietro è molto difficile – ha commentato il padre di Ruotolo all’inviato de La vita in diretta –. È una collera troppo forte, un figlio innocente che non ha fatto niente. Siamo alla quarta udienza e niente. La sua ragazza era appena laureata in giurisprudenza, aveva un futuro roseo davanti a lui: perché avrebbe dovuto farlo?». R.Lo.