REDAZIONE LODI

Dengue, salgono a 66 i casi confermati: 36 nel Lodigiano. Autoctono un caso su 3 in Lombardia, cosa succede

La 'coda' di questa lunga estate ha favorito la zanzara tigre e mantenuto attivi i focolai. A metà settembre i casi autoctoni in regione erano il 13%, oggi rappresentano il 33%

Disinfestazione dopo il recente caso di Dengue (foto di archivio)

Lodi, 25 ottobre 2023 – Sono saliti a 66 i casi confermati di Dengue trasmessi localmente in Italia (in aumento rispetto ai 58 della scorsa settimana). Di questi la maggior parte ancora nel Lodigiano, con 36 casi confermati. In particolare gli ultimi casi sono riferiti a quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi, in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (27 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana e 1 caso ad Anzio, per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici). Tutti i casi, di cui è noto l'esito, sono guariti o in via di miglioramento.

Allarme nel Lodigiano

L’allarme Dengue nel Lodigiano è scoppiato già l’estate scorsa quando, a fine agosto, stato riscontrato un focolaio unico con 14 casi a Castiglione d’Adda. Proprio il picco di casi nel paese della Bassa lodigiana aveva portato l’Ats Città Metropolitana ad organizzare uno screening su base volontaria tra tutti i residenti. Dopo la scoperta del focolaio, in diversi paesi della Bassa si è accelerato sulla disinfestazione dei centri urbani: molti lo avevano già in programma e lo hanno semplicemente anticipato mentre altri hanno effettuato pure interventi di natura straordinaria su invito di Ats.

Il report

Dall'inizio dell'anno sono stati notificati anche 222 casi di Dengue importati da altri Paesi, per un totale di 288. E' quanto emerge dal bollettino della febbre Dengue aggiornato dall'Istituto superiore di sanità (Iss).

Come difendersi

L'Iss raccomanda di "proteggersi dalle punture delle zanzare durante le ore di massima densità ed evitare tutte quelle situazioni che possano favorire il loro sviluppo". La trasmissione autoctona del virus seppur in presenza di un numero limitato di casi, è in evoluzione, evidenzia l'Iss, ricordando che "proseguono le attività di disinfestazione contro le zanzare e, nelle aree in cui si è verificata una trasmissione locale, sono state attivate tutte le misure preventive previste a tutela di trapianti e trasfusioni".

Perché aumentano i casi?

La 'coda' di questa lunga estate, che in alcune Regioni italiane si protrae ancora, "favorisce la circolazione attiva della zanzara tigre" e, quindi, anche dei casi di Dengue autoctoni che oggi, "rappresentano una su tre delle infezioni complessive e si concentrano in Lombardia e Lazio".Lo sostiene Emanuele Nicastri, direttore della Divisione di malattie infettive ad elevata intensità di cura dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, commentando i nuovi dati Dengue diffusi dall'Istituto superiore di Sanità e che evidenziano un trend in salita proprio dei casi autoctoni, passati da 58 notificati nella scorsa settimana a 66. "La zanzara tigre - continua l'esperto - si trova in un ambiente favorevole quando ci sono periodi caldi con un certo livello di umidità".

Autoctono un caso su 3 di dengue

Con queste temperature “primaverili”, secondo Nicastri era prevedibile che “i focolai autoctoni, come quelli lombardi e laziali, si mantenessero attivi. Non a caso in questo momento siamo passati da metà settembre, quando erano il 13% i casi autoctoni tra Lombardia e Lazio all'attuale 33%: oggi uno su tre dei casi italiani di Dengue è autoctono e proviene da queste due Regioni". Tutto dipenderà ora dalle temperature delle prossime settimane. "Sappiamo che una zanzara che pizzica un paziente infetto dopo circa 10 giorni ne può infettare un altro. Abbiamo, quindi, una ciclicità di comparsa di casi di circa 10-15 giorni in presenza di zanzare attive".