Diffusione della peste suina: allevatore e veterinario nei guai

Nel Lodigiano scoperti suini sotterrati tra il letame

Diffusione della peste suina: allevatore e veterinario nei guai

Costantino Gemelli, comandante dell’Unione Nord Lodigiano

Norme di biosicurezza non rispettate e comportamenti negligenti. La procura di Pavia, che sospetta ci sia anche la mano dell’uomo e non solo la zampata dei cinghiali nel propagarsi della peste suina africana oggi presente in 13 allevamenti in provincia di Pavia, ha iscritto nel registro degli indagati un veterinario e un allevatore di Vernate. Sarebbe quello il focolaio zero dal quale sarebbe partita la diffusione del virus diffuso poi in Lombardia e in Piemonte. In realtà in Regione il focolaio di Vernate sarebbe stato il quarto ad essere denunciato, ma tardivamente e il veterinario dell’azienda e l’allevatore potrebbero aver avuto un ruolo, magari non comunicando tempestivamente che la peste era entrata nell’allevamento. Ma i due indagati potrebbero non essere i soli, la lista si potrebbe allungare, se gli inquirenti dovessero scoprire altre negligenze commesse.

Intanto l’attenzione dei Nas di Cremona si è pure concentrata sulle carcasse di decine di maiali sotterrate in un campo destinato allo stoccaggio del letame, sono stati ritrovati nei pressi di un allevamento a Castelgerundo, nel Lodigiano. La segnalazione è arrivata alla polizia provinciale di Lodi da un cacciatore che, mentre stava addestrando i propri cani all’aperto, si è accorto di una carcassa che spuntava da un cumulo di letame. Sono stati allertati anche i Forestali e l’Ats. Le prime analisi condotte sulle carcasse non hanno riscontrato la presenza del virus della psa. Il titolare dell’allevamento è stato segnalato all’autorità giudiziaria perché lo smaltimento delle carcasse in proprio è vietato. M.M.