Livraga (Lodi) – Il vescovo di Lodi “richiama“ il parroco dopo la manifestazione di drag queen tenutasi sul sagrato della chiesa di San Fermo a Livraga nel contesto di un calendario organizzato dall’omonimo comitato che ogni anno organizza eventi in onore del santo martire. L’antefatto è doveroso: il 10 agosto è previsto uno show dal titolo “New identity, spettacolo di trasformismo“ con due drag queen come presentatrici della festa. Lo show si tiene sul sagrato della piccola chiesa che si affaccia su viale Risorgimento su concessione del parroco don Piergiacomo Gazzola il quale incassa l’applauso della drag Tachi Pierina, al secolo Francesco Esposito, per aver concesso lo spazio di pertinenza della chiesa e lodando il sacerdote perchè ha "sempre lottato contro chi fa discriminazione".
Alcuni giorni dopo, Il Giorno sente il parroco il quale ribadisce che si "è trattato di uno spettacolo pulito, per tutti e gradito dai presenti e senza alcuna lamentela da parte di nessuno". Nessuna polemica era emersa, quindi, e nessuno aveva contestato la serata. Il parroco si era pure fatto fotografare innocentemente con le due drag senza alcun scandalo. Ma la questione però non è finita qui. Anzi prende una piega ben diversa. Arriva infatti la presa di posizione pubblica e per certi versi clamorosa del vescovo monsignor Maurizio Malvestiti che, fa sapere, il giorno seguente, di essersi recato, insieme al vicario generale, nella parrocchia di Livraga per chiedere conto a don Gazzola di quanto fosse accaduto durante lo spettacolo “incriminato“.
Ieri, dalla Diocesi è stato emesso un comunicato ufficiale con il quale si ribadisce che "il parroco di Livraga ha chiarito, circa lo spettacolo di sabato 10 agosto, la sua posizione che ritiene sia stata del tutto strumentalizzata". Inoltre, dal palazzo vescovile si ribadisce opportuno sottolineare che il sacerdote “desidera mantenersi pienamente in linea con l’insegnamento ecclesiale.“ Poi una passaggio sulla festa senza mai nominare lo spettacolo di drag queen. "L’organizzazione della serata, a cura di un Comitato rionale, non intendeva dare visibilità e, meno ancora, offrire legittimazione e rivendicazione a cause estranee al contesto parrocchiale, senza immaginare che venissero attribuiti alla parrocchia unilateralmente intenzioni e significati, che invece appartengono ai presentatori".
Inoltre, la Diocesi sottolinea che il parroco si scusa con quanti si sono sentiti offesi e "in nome del rispetto per ogni persona, intende chiudere ogni polemica". Infine, la curia vescovile esprime il suo rammarico per la vicenda di cui non era a conoscenza, prendendo atto "del doveroso chiarimento del sacerdote".