PAOLA ARENSI
Cronaca

Elisa Conzadori, uccisa dal treno. Parla un testimone: “Ecco cosa non torna nella vicenda”

La 34enne di Pizzighettone morì a Ferragosto 2020 al passaggio a livello, pochi giorni fa l’archiviazione dell’inchiesta, a cui la famiglia si oppone. I dubbi di un centauro, arrivato fra i primi sul luogo dell’incidente

Elisa Conzadori

Pizzighettone, 1 novembre 2023 – “Non riesco a togliermi dalla testa il ricordo di quell’auto travolta dal treno, mi sembra ingiusto chiudere il caso". A parlare è uno dei primissimi testimoni della tragedia che nel giorno di Ferragosto del 2020 spezzò la vita di Elisa Conzadori. L’uomo, che preferisce restare anonimo, oggi, a pochi giorni dall’archiviazione del caso, spera in un ripensamento dei magistrati.

La tragedia

Elisa, 34enne di Pizzighettone, nel Cremonese, è morta mentre rincasava in auto, attraversando il Comune lodigiano di Maleo, dal supermercato Famila di Codogno, di cui era dipendente.

È stata travolta dal regionale 2651 di Trenord Milano-Mantova che stava viaggiando a 100 chilometri orari, da Codogno in direzione Cremona-Mantova. Nelle motivazioni dell’archiviazione, contestata dai familiari, che ora si sono appellati alla politica, sperando il caso venga riaperto, il gip, che ha accolto la richiesta della Procura di Lodi, ha escluso anomalie al passaggio a livello ribadendo l’ipotesi che l’auto della vittima abbia sollevato, a ridotta velocità, la sbarra.

Le parole del testimone

Ora uno dei cinque testimoni sentiti nel corso delle indagini, contattato dal Giorno, ricorda: "Quel giorno io sono arrivato, come ho sempre detto, in moto e ho superato un’auto ferma, all’altezza del passaggio a livello, prima di me, che poi era l’altro testimone. Viaggiavo da Maleo verso Codogno. Ero uscito perché ci avrebbe raggiunto mio figlio per un pranzo inaspettato e cercavo del gelato. Una volta davanti alla sbarra, dal mio lato, l’ho trovata abbassata. Mi sono fermato e ho messo i piedi a terra e nel frattempo ho visto l’auto (quella di Elisa, ndr) travolta in pieno dal treno.

In quel momento non ho badato alla sbarra, non posso dire se fosse giù o su. Ma subito dopo ho visto che era integra ed era alzata. Nessun segno di urto con l’auto, insomma, come si ipotizza". E ancora: "L’altro testimone, sopraggiunto prima di me - prosegue - ha detto di aver visto la sbarra abbassata e poi rialzarsi appena prima che arrivasse Elisa".

“Auto a zig-zag? Impossibile”

Una delle ipotesi era che l’auto della giovane avesse viaggiato a zig-zag all’altezza dei binari. Ma il testimone non ci crede: "Basta venire da Codogno verso Maleo per capire che era impossibile prendere la strada sull’altra corsia per zigzagare. Solo un pazzo può farlo in mezzo ai binari e prendere la strada in senso contrario.

In agosto, in quel punto, ci sono anche i campi di granoturco, che non fanno vedere l’arrivo del treno. Il passaggio a livello si trova su una curva a S e per aumentare la sicurezza, basterebbe mettere il segnale del rosso 20 metri più avanti, all’inizio della curva. Perché altrimenti uno arriva e fino all’ultimo momento non vede che la sbarra è abbassata".

Una scena terribile

Il centauro e il conducente dell’auto a cui si era affiancato hanno testimoniato due volte: "La seconda volta ci hanno chiamati perché era cambiato il giudice e hanno voluto sentirci ancora. Le stesse cose le ho dette a Cremona, all’avvocato della famiglia. Non mi era capitata prima una situazione simile, vorrei fosse fatta giustizia. Ho ancora la terribile scena davanti agli occhi, con Elisa là nell’erba e la sua auto distrutta. Sono rammaricato per lei e per la sua famiglia e mi auguro si trovi una risposta".