LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Emergenze, ecco le regole: "Ora rendiamole efficaci"

Lodi, presentato ai sindaci il piano provinciale di protezione civile. Per la prima volta un documento che non si limita solo al rischio idraulico.

Lodi, presentato ai sindaci il piano provinciale di protezione civile. Per la prima volta un documento che non si limita solo al rischio idraulico.

Lodi, presentato ai sindaci il piano provinciale di protezione civile. Per la prima volta un documento che non si limita solo al rischio idraulico.

Redatto nel Lodigiano il Piano provinciale per la protezione civile, un programma di risposta e intervento relativo ai diversi rischi legati al territorio. Il documento è stato presentato giovedì sera nella Sala dei Comuni, durante l’assemblea dei sindaci e toccherà dal punto di vista organizzativo ed operativo i 36 gruppi e gli oltre 780 volontari presenti nella Provincia di Lodi. Esisteva già un piano di emergenza provinciale per il territorio, ma era limitato al solo rischio idraulico.

Un programma datato, risalente al 2005, e redatto in seguito all’esondazione del fiume Adda, che colpì diversi quartieri della città di Lodi. Il nuovo piano invece, elaborato in sinergia con l’Ufficio territoriale regionale, il Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, prende in considerazione tutte le tipologie di rischio cui il territorio può essere esposto. Vengono quindi inseriti, oltre a quello idrico, il rischio di forti temporali, di raffiche di vento, di neve, il rischio industriale, il rischio da trasporto di sostanze pericolose ed infine quello nucleare. Il piano adegua inoltre le misure di intervento alle attuali normative regionali e nazionali. Tuttavia, per la sua adozione, mancano ancora alcuni passaggi.

Alla presentazione, seguiranno infatti nelle prossime settimane l’approvazione in Consiglio provinciale, il via libera da parte di Prefettura e Regione Lombardia, e dovrà essere infine recepito dai singoli comuni del territorio, per una sua eventuale applicazione in casi di emergenza e necessità. Il piano permette infatti di individuare scenari di rischio omogenei, di definire le modalità di intervento e coordinamento delle attività di emergenza, e di proporre un’articolazione riconosciuta e riconoscibile da tutte le istituzioni locali in risposta alle diverse esigenze del territorio. "Uno strumento – ha spiegato il presidente della Provincia di Lodi, Fabrizio Santantonio – che è sì il frutto dei numerosi passaggi in fase istruttoria, che hanno coinvolto tutti i sindaci della provincia, l’intera struttura amministrativa provinciale e diversi tavoli tecnici, ma che è anche un sistema di programmazione che pone diverse sfide su cui dovremo lavorare in sinergia e comunanza d’intenti. Innanzitutto, per quanto riguarda la sua validità ed efficacia, ma anche per far sì che diventi noto e condiviso da tutti i gruppi volontari di protezione civile, al fine di creare una vera e propria cultura dell’autoprotezione attiva".