ll Festival della Fotografia Etica (Ffe) non è il cielo in una stanza, perché le 20 mostre con oltre 700 scatti di un centinaio di fotografi da 40 paesi, a cui si aggiungono la tappa lombarda del World Press Photo con oltre 150 immagini dai 5 continenti e le 70 esposizioni del Circuito Off in bar e ristoranti, sono dislocate in palazzi signorili, ex conventi, chiostri e luoghi all’aperto nel cuore di Lodi, ma ugualmente ci apre lo sguardo sulla costellazione di culture e paesaggi del pianeta. E ci impone una riflessione sulla moralità delle azioni umane. Le storie raccontate per immagini, spiega Alberto Prina (nella foto), tra i fondatori del Ffe, sono "uniche, emozionanti e necessarie" perché ci impongono di essere "testimoni del nostro tempo" e possono spingerci a "dare un nostro contributo".
Caratteristica del Festival, che attrae sempre migliaia di turisti (ingresso giornaliero 19 euro; mensile 21 euro), è di essere aperto per 5 fine settimana: si inizia domani, si chiude il 29 ottobre (orario 9.30-20); fanno eccezione giovedì e venerdì dalle 14 alle 20 per il solo World Press Photo al Bipielle Arte e le visite guidate mattutine per le scuole. I punti cardine sono il World report award, col reportage “L’assedio di Mariupol” di Evgeniy Maloletka e le altre sezioni del concorso esposti a palazzo Barni e i “single shot” alla Centropadana. Imperdibile anche l’Elegia lodigiana nell’ex Cavallerizza, mentre animali e natura sono all’ex chiesa dell’Angelo. L.D.B.