CARLO D’ELIA
Cronaca

Fidanzati uccisi a Pordenone, un testimone: "Ho visto un uomo con la barba"

Frequentatore di una palestra, ha parlato nell'ambito del processo a Giosuè Ruotolo, 27 anni, unico imputato per l'omicidio di Teresa Costanza e Trifone ragone

Le vittime, Teresa Costanza e Trifone Ragone

Zelo Buon Persico, 29 novembre 2016 - «Ho visto un’Audi A3 Sportback di colore grigio, mi sembrava scura, parcheggiata a fianco alla cabina elettrica. Seduto sul lato guidatore c’era un uomo, sicuramente di età non troppo avanzata, aveva un po’ di barba». La testimonianza di Michele Caticchio, frequentatore di una delle palestre del palazzetto dello sport di Pordenone, ha aperto, ieri, l’ottava udienza davanti alla Corte di Assise di Udine del processo a Giosuè Ruotolo, 27 anni, l’ex militare campano unico imputato per l’omicidio della lodigiana Teresa Costanza e del collega Trifone Ragone. La coppia di fidanzati era stata freddata con sei colpi di pistola a bruciapelo il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport. La sera del duplice omicidio, Caticchio, era arrivato nel parcheggio del palazzetto intorno alle 19.20/19.30 e aveva parcheggiato la propria auto a due stalli di distanza dalla vettura della coppia uccisa.

Ascoltato in aula dai giudici ha provato a ricostruire la vicenda, riconoscendo alla guida di un’Audi A3 Sportback di colore grigio, un uomo molto simile a Ruotolo. «Il parcheggio – ha raccontato il teste chiamato in aula dal pm – era quasi tutto pieno. Avevo notato degli stalli liberi sulla mia sinistra e ho dovuto andare fino in fondo per fare inversione. Ho notato l’Audi, con cinque porte, vicino alla cabina perché ho dovuto evitarla. Dopo aver parcheggiato, quando sono sceso dalla vettura ho notato una persona all’interno perché c’era una luce bianca dal basso, come di un cellulare, che gli rifletteva il volto. Aveva un po’ di barba perché la parte bassa del volto era più scura».

Su domanda della difesa di Giosuè Ruotolo, il teste ha anche dichiarato che «all’uscita della palestra, intorno alle 20.45 circa, ho visto un’altra Audi A3 simile a quella vista vicino alla cabina elettrica, parcheggiata di fronte alla caserma dei vigili del fuoco. Non so dire se era la stessa». A chiudere l’udienza anche l’ingegnere Nicola Chemello, specializzato in informatica forense, chiamato dalla Procura per effettuare una copia di alcuni dispositivi elettronici, computer, tablet e cellulari. Presente in aula anche Ruotolo che al termine della deposizione di Caticchio è tornato nel carcere di Belluno dove è rinchiuso da marzo. Per la Procura di Pordenone, quello di ieri, dovrebbe essere l’ultimo dei quattro testimoni oculari del duplice omicidio. Gli avvocati di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, si stanno preparando con la piena convinzione di poter dimostrare l’innocenza del giovane militare campano. «I testi-chiave chiamati a deporre in aula dal pm non hanno chiarito per niente la vicenda – dichiara l’avvocato Rigoni Stern –. Le quattro persone che erano presenti sul luogo del delitto quella sera, hanno riferito ai giudici cose contrastanti e che non hanno fatto emergere nessuna novità in grado di inchiodare la posizione di Ruotolo. Anzi, sono aumentate le imprecisioni e le incertezze». La prossima udienza è stata fissata per il 16 dicembre e in aula toccherà ai Ris svelare gli esiti scientifici dell’indagine. Dopo le feste, invece, toccherà all’ex fidanzata di Ruotolo, la 24enne Rosaria Patrone, anche lei accusata di favoreggiamento e con una richiesta di patteggiamento respinta dai pm di Pordenone, rispondere alle domande dei giudici della Corte di Assiste di Udine.