
Giuseppe Zambarbieri, presidente de Il Quadriportico, associazione di San Fiorano
San Fiorano, 19 marzo 2025 – “L’installazione di un maxi agrivoltaico rovinerebbe una zona di particolare interesse pubblico, capace di attirare sempre nuove famiglie e sarebbe un’operazione eco-mostruosa, che dimostrerebbe nessuna attenzione al territorio e alla gente che vi abita e distruggerebbe il lavoro, portato avanti dalle amministrazioni comunali, per salvare il nostro piccolo “paese-gioiello” e le sue caratteristiche paesaggistiche e architettoniche”.
La pensa così Giuseppe Zambarbieri che sostiene la battaglia del sindaco di San Fiorano Mario Ghidelli e della cittadinanza. Zambarbieri è presidente de Il Quadriportico, associazione culturale locale che ha a propria volta analizzato il progetto della società che intende installare “un impianto fotovoltaico di oltre 40MW , in un’area di 100mila mq, contigua al centro abitato”.
Le normative
“Generalmente - sostiene Zambarbieri - l'installazione di un impianto di questo genere è considerata edilizia libera, ma fanno eccezione i casi in cui i lavori sono svolti all'interno di centri storici, aree protette o zone di particolare interesse pubblico secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 42/2004.19 dic. 2024. E noi pensiamo che San Fiorano cada fra le eccezioni” precisa il presidente.
"Questo piccolo comune lodigiano costituisce infatti una zona di particolare interesse pubblico. È innanzitutto uno dei pochi comuni della provincia di Lodi a godere di un significativo e costante incremento della popolazione residente. Continua invece ad attrarre nuove famiglie e a prosperare grazie ad una attenzione, ormai consolidata negli anni, ai servizi offerti alla popolazione, ad una attenta pianificazione dell’edilizia urbana e delle aree residenziali, all’impegno dei cittadini nella salvaguardia del ricco patrimonio storico, artistico, culturale ed ambientale. E Il Quadriportico ha proprio questa come missione”.
I precedenti impianti
“Se consideriamo che, nel territorio comunale, è già attivo, da parecchi anni, un impianto fotovoltaico, su una superficie di 40mila mq, installare un ulteriore impianto su una superficie di 100mila mq, finirebbe per coprire di pannelli il 2% dell’intero comune. Non solo, mentre i primi 40mila mq già coperti sono stati installati parecchia anni fa, in una zona lontana dal centro abitato, di scarso passaggio e quindi pressoché “invisibile” al pubblico, questo nuovo impianto sarebbe posizionato in prossimità del centro abitato, praticamente a ridosso del confine con il terreno coltivato da una importante azienda florovivaistica sanfioranese, del tutto visibile dalla strada di collegamento con Santo Stefano, nonché in contiguità con quella che nel Piano Regolatore è prevista come nuova area residenziale di 15mila mq” incalza il presidente de Il Quadrifoglio.
Il paesaggio
Il presidente ricorda anche che oggi, l’ingresso in San Fiorano da questa via d’accesso, si presenta particolarmente bello e suggestivo da un punto di vista paesaggistico. “La strada è fiancheggiata da una pista ciclabile apprezzata dall’intera cittadinanza che, in meno di tre chilometri, si collega direttamente con il percorso ciclabile di interesse regionale lungo il fiume Po (PCIR 8). Provenendo da Santo Stefano, invece, si osservano all’orizzonte, da una parte, i maestosi alberi coltivati nel podere summenzionato e dall’altra un complesso di edilizia dei primi novecento, in stile neogotico, di notevole interesse architettonico.
Un progetto come quello prospettato verrebbe a trasformare letteralmente questo tratto di paesaggio, distruggendone le caratteristiche che lo rendono così attrattivo, effettuando una operazione eco-mostruosa, che dimostrerebbe di fatto nessuna attenzione al territorio e alla gente che vi abita. Nascondendosi dietro l’apparenza di un progetto ecologico e di transizione energetica, sarebbe un intervento così invasivo che non potrebbe che avere un impatto ambientale, paesaggistico ed economico assolutamente negativo su San Fiorano, allineandone il destino a quello della maggioranza degli altri comuni lodigiani che si stanno poco a poco spopolando”.
Le conseguenze
Per Zambarbieri, permettendo il progetto si “invertirebbe l’attuale trend demografico positivo e distruggerebbe, di fatto, tutto il lavoro, la cura e l’attenzione prestati, nel corso degli anni, dalle amministrazioni comunali, nel mantenere per questo territorio le caratteristiche peculiari che lo rendono giustamente un piccolo gioiello nell’intera provincia”.
“Il territorio comunale è infatti uno degli ultimi polmoni verdi, caratterizzato dalla presenza di diversi poderi, che costituiscono un patrimonio economicamente importante per l’area, portando avanti con successo una idea plurisecolare, di attenzione all’ambiente e alla innovazione florovivaistica. Idea che ha radici storiche nel comune, dal XVI secolo con i Pallavicino Trivulzio, per proseguire nel XIX secolo con i Polenghi, gli Zignani ed altre famiglie di imprenditori florovivaisti ancora oggi operanti sul territorio- ricostruisce e aggiunge-. Inoltre, a San Fiorano c’è un chiaro impegno dichiarato in più sedi ed occasioni, da parte dell’amministrazione comunale e di associazioni quali Il Quadriportico (testimoniato da una serie nutrita di progetti attivati negli ultimi anni), per la salvaguardia e la valorizzazione del rilevante patrimonio culturale e ambientale”.
I timori
"L'impianto fotovoltaico, oltre ad alterare significativamente il paesaggio, cancellando i valori ambientali radicati in questa comunità, si porrebbe come elemento estremamente negativo, per i cittadini attuali e potenziali, ma anche per le imprese della zona, che risulterebbero disincentivate a restarvi, impoverendone così l’economia. Risulterebbero infine mortificati gli sforzi e l’impegno dell’amministrazione coadiuvata da associazioni come la nostra in iniziative che si propongono di salvaguardare il patrimonio comunale portando alcuni importanti asset locali all’attenzione della comunità scientifica (vedi l’esempio recente dell’Archivio Storico Pallavicino Trivulzio Belgiojoso) o incentivando il turismo culturale per il costante impegno nella salvaguardia dei monumenti presenti sul territorio”.