Si è tenuta ieri in tribunale a Lodi l’ultima udienza prima della pausa estiva, del maxiprocesso per il deragliamento del Frecciarossa avvenuto a Livraga la mattina del 6 febbraio 2020. L’azione istruttoria è ancora in pieno svolgimento, la pm Giulia Aragno ha ancora altri testi da sentire, che a questo punto verranno ascoltati il 10 settembre, data in cui riprenderà il processo. Ieri è stato ascoltato il capo reparto meccanica nell’area produzione di Alstom di Firenze, cioè il reparto in cui è stato montato l’attuatore difettoso che, per un errore di cablaggio (in particolare due fili che sono stati montati invertiti), ha provocato l’incidente facendo finire il treno a 300 km/h su un binario morto.
Il capo reparto, attualmente in pensione, ha confermato che l’area aziendale in cui lavorava era quella responsabile delle procedure operative, ma non era previsto un suo controllo personale sui singoli attuatori montati. Ha aggunto che i controlli in uscita venivano fatti visivamente sul prodotto finale dagli addetti. Nel periodo preso in esame, che contiene il giugno 2018 in cui è stato montato l’attuatore, il sistema informatico del reparto non funzionava bene, così il capo reparto doveva scrivere, compilare e inviare manualmente i documenti necessari per il reparto. Ciò gli portava via tempo e non gli consentiva di controllare il lavoro del reparto adeguatamente. Legato a questo, un altro tema emerso ieri, di cui già si era parlato nelle scorse udienze ascoltando altri operai (sia di Alstom che di Rfi) ossia di come le prassi seguite di discostassero di molto dalla teoria. Ovvero: i regolamenti venivano seguiti in maniera poco precisa e molto lavoro era svolto basandosi sulla fiducia. I controlli agli attuatori prodotti sono stati un altro argomento importante approfondito ieri; infatti, si sta cercando di capire come l’errore di cablaggio non sia stato intercettato. La prossima udienza riprenderà da questi temi. Il collegio penale è presieduto da Angelo Gin Tibaldi ed a processo sono imputati un dirigente di Rfi e 4 tra manager, tecnici e operai di Alstom Ferroviaria per le ipotesi di disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo; nell’incidente persero la vita i due macchinisti: del Frecciarossa Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese e Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello. Luca Pacchiarini