Lodi – La Filt Cgil Lombardia sarà parte civile nel processo per il deragliamento del Frecciarossa 1000 Milano-Salerno avvenuto all’alba del 6 febbraio 2020 all’altezza di Livraga e che provocò la morte dei due macchinisti, Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese e Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello.
A stabilirlo è stato, ieri mattina in tribunale a Lodi, il giudice Angelo Gin Tibaldi respingendo la richiesta di illegittimità all’ammissione presentata dalla difesa. Nel palazzo di giustizia lodigiano si è celebrata la seconda udienza, a quattro anni esatti dalla tragedia. Quella mattina il Frecciarossa numero 9595 partito da Milano Centrale alle 5.10 imboccò un deviatoio in posizione “rovescia” a 295 km/h: la prima carrozza si separò dal resto del convoglio uscendo dai binari, ruotando di 180°, finendo prima contro dei mezzi di manutenzione stazionati su un binario di ricovero, a sinistra rispetto a quello di corsa e infine, dopo aver sfondato una recinzione, adagiandosi su un fianco all’altezza del fabbricato di controllo del posto di movimento. Uno dei carrelli, staccatosi dalla carrozza, abbatté parzialmente uno dei muri perimetrali dello stesso edificio. Il resto del convoglio continuò per un breve tratto la sua corsa fuori dai binari. Oltre alle due vittime ci furono 31 feriti, nessuno di grave entità.
Nel processo, con rito ordinario, in corso a Lodi sono imputati un dirigente di Rfi e 4 tra manager, tecnici e operai di Alstom Ferroviaria per le ipotesi di disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo. L’incidente fu causato da un errore all’interno di un componente dello scambio: un attuatore, installato nelle ore precedenti al passaggio del treno, era difettoso per un errore di cablaggio fatto in fase di assemblaggio. Montato il 16 giugno 2018, nell’officina Alstrom di Firenze dell’azienda Manpower, l’operaio M.C. avrebbe invertito i fili 16 e 18 nel momento del montaggio. Così il pezzo fu disposto per la “deviata” anziché che per il corretto tracciato, indirizzando i convogli in arrivo verso i binari di ricovero anziché quelli ad alta velocità. A causa di tale errore, il segnale di controllo inviato alla sala operativa di Bologna indicava che il deviatoio era posizionato nel corretto tracciato; comunque, anche l’attività manutentiva, e quella di collaudo del pezzo, furono svolte in maniera inadeguata.
Ieri i parenti delle vittime non erano presenti in aula, poiché impegnati alla commemorazione del disastro, tra Livraga e Ospedaletto; l’operaio interinale accusato di aver sbagliato a montare l’attuatore per scambi era presente in aula. Durante la seconda udienza si è discusso molto di aspetti più formalil. Si continua il 19 marzo: si ascolteranno le ricostruzioni della polizia giudiziaria sull’incidente.