LUCA PACCHIARINI
Cronaca

Frecciarossa deragliato. Il capo manutenzione di Rfi: "Facevamo meno controlli"

Il test di concordanza non era inserito nella formazione

Il test di concordanza non era inserito nella formazione

Il test di concordanza non era inserito nella formazione

È ripreso ieri, dopo la pausa natalizia, il processo per il deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno avvenuto a Livraga il 6 febbraio 2020. Sono stati ascoltati tre ulteriori testi. I primi sono stati due operai di Rfi, tecnici di impianti di segnalamento, che lavorano a Napoli. Sono stati ascoltati in quanto operai che lavorano in altri luoghi rispetto alla tratta Milano-Bologna, dove nel 2020 era avvenuto l’incidente che causò la morte dei due macchinisti e 30 feriti. I due hanno spiegato le procedure del loro lavoro, dando così una visione a 360 gradi di Rfi in altri contesti.

Il terzo testimone è stato il capo dell’unità manutentiva della linea alta velocità della tratta Milano-Firenze, anche formatore, che ha parlato delle misure di sicurezza, dando la sua versione di esperto e formatore. In particolare, ci si è concentrati sulle prove di concordanza, importante test nel quale due operai, uno sulla piazzola vicino al binario e l’altro dalla torre di controllo, devono verificare il deviatoio appena montato sul binario. Nel caso di Livraga era stato montato nella notte, poco prima del passaggio del treno. Egli ha spiegato che la concordanza non figurava tra gli argomenti previsti nelle formazioni, ma se ne parlava a titolo informale: dopo Livraga è stato messo inserito in tutti i momenti di formazione (prima era stato sottostimato il pericolo di guasti come quello del 2020, ovvero un errore di cablaggio fatto in fabbrica da un operaio Alstom).

Il capo dell’unità manutentiva ha poi aggiunto che in caso di malfunzionamento non bisognasse per forza ripetere la concordanza, che non c’era una procedura precisa quindi. Ha sostenuto inoltre che se fosse stato presente a Livraga avrebbe cercato di capire il problema. È stato evidenziato come l’errore di cablaggio non è detto che fosse un errore evidente, argomento ritenuto “importante“ dalla difesa di Alstom. La prossima udienza è stata fissata per il 28 gennaio. In questa data difesa e pm hanno concordato di ascoltare in una giornata cinque testi. L’obiettivo è chiudere il processo per l’8 luglio.

L.P.