MARIO BORRA
Cronaca

Frecciarossa deragliato a Livraga, i parenti delle vittime: "Vogliamo la verità"

In tribunale a Lodi l’appello di Federico Dicuonzo, figlio di uno dei macchinisti morti nell’incidente

Il Frecciarossa deragliato a Livraga

Lodi, 12 gennaio 2023 - "Vogliamo la verità su quanto successo. Se non la giustizia, almeno la verità. Lo si deve a mio padre che ha lavorato sempre con grande dignità". In aula in Tribunale a Lodi, dove ieri mattina si è celebrata l’udienza preliminare del processo per il disastro del treno Frecciarossa, deragliato all’alba del 6 febbraio del 2020 all’altezza di Livraga, c’era anche Federico, il figlio di uno dei macchinisti morti, Mario Dicuonzo, 59 anni di Pioltello (l’altro era Giuseppe Cicciù, 51 anni di Cologno Monzese). Con lui vicino, anche Chiara, la mamma e moglie del ferroviere.

"Che la vicenda non sia dimenticata"

Erano presenti pure al primo atto il 17 novembre scorso quando il processo fu aggiornato ed hanno sottolineato che non vorranno mancare a tutte le prossime udienze future. Nessuna dichiarazione in merito alla vicenda processuale, ma il figlio, fuori dall’aula, ha comunque voluto sottolineare lo stato d’animo della famiglia. "Credo che la trasparenza sull’incidente la si debba a mio padre e al suo collega, per quello che possa servire – ha ribadito ancora Federico che ha studiato con competenza e dedizione le carte processuali –. E vorremmo veramente che questa vicenda non cada nel dimenticatoio ma che rimanga sempre viva".

La richiesta della Filt Cgil

L’udienza di ieri ha vissuto di un’altra novità sostanziale rispetto a novembre: tramite il loro avvocato, Ettore Zanoni, la Filt Cgil Lombardia, ha chiesto di potersi costituire parte civile nel processo. Il giudice di fatto deciderà nel merito. Il sindacato di categoria dei trasporti, negli anni precedenti il disastro ferroviario e su altre vicende, aveva sollevato il problema della sicurezza sollecitando incontri in merito. Inoltre, per un imputato è stata chiesta la sentenza di non procedibilità per incapacità di stare in giudizio per gravi motivi di salute (dovrà essere essere disposta una perizia).

Cambia il capo d'imputazione

Per sette degli imputati alla sbarra (in totale sono quattordici che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di omicidio colposo, lesioni gravi colpose e disastro ferroviario) c’è stata una modifica del capo di imputazione (in merito alla normativa violata) su richiesta del Pm e, per legge, gli accusati hanno diritto di ricevere la notifica dell’imputazione modificata. Inoltre il Procuratore di Lodi Domenico Chiaro, nella scorsa udienza, aveva rappresentato la pubblica accusa davanti al Gup, considerando persone offese anche quattro passeggeri e sei lavoratori che si trovavano a bordo del convoglio e avevano riportato lesioni. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 25 maggio alle 10. In quella sede, verranno discusse anche le richieste di coloro che hanno scelto il rito abbreviato.