Lodi, 30 luglio 2026- Frode fiscale e autoriciclaggio nel settore edile, scatta il maxi sequestro preventivo d’urgenza. La Guardia di finanza di Lodi, eseguendo un provvedimento della locale Procura, ha sequestrato preventivamente oltre 26,8 milioni di euro.
Denaro presente sul conto di soggetti e imprese che, per gli inquirenti, sarebbero coinvolti in un meccanismo di frode fiscale e autoriciclaggio. Sono tutte realtà del settore edile e con sede nelle province di Lodi, Milano, Monza, Pavia e Foggia.
Le indagini
Gli accertamenti sono stati coordinati dalla Procura di Lodi ed eseguiti dai finanzieri. Sono cominciati alla fine del 2023, periodo in cui risale l’esecuzione di un sequestro di oltre 2,5 milioni euro in relazione alla creazione, monetizzazione e indebita compensazione di falsi crediti d’imposta, che sarebbero stati generati da lavori di ristrutturazione di facciate di edifici mai eseguiti. Si è quindi indagato e alla fine è emerso un presunto parallelo sistema di frode fiscale nel settore dei lavori edili.
Gli indagati
Il sistema di frode fiscale, secondo la finanza, sarebbe stato organizzato da cinque indagati, che avrebbero utilizzato dodici società cartiere intestate a soggetti prestanome, con sede formalmente dichiarata nelle province di Lodi, Milano, Monza, Pavia e Foggia. Tutto per arrivare all’emissione di un’ingente quantità di false fatturazioni (ne sono state riscontrate oltre 16.700) a favore di cinque imprese operative localizzate nel milanese, per un valore complessivo di fatture fittizie emesse ed annotate, nell’ultimo triennio, di circa 250 milioni di euro. Il sistema avrebbe consentito alle ultime imprese di evadere le imposte e, dunque, di beneficiare di indebiti vantaggi fiscali.
La contestazione
Agli indagati è stato contestato il reato di associazione per delinquere e nei loro confronti e di altre 11 persone individuate quali amministratori di aziende presumibilmente coinvolte, sono stati contestati, a vario e diversificato titolo, i reati penal-tributari di: dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di documenti contabili. Inoltre, uno degli organizzatori è stato indagato anche per il reato di autoriciclaggio, per un importo di oltre 3,4 milioni di euro, che sarebbe risultato proveniente dagli illeciti fiscali commessi e sarebbe stato trasferito ed impiegato per l’effettuazione di investimenti nel settore immobiliare. Infine, è stata rilevata la presunta responsabilità amministrativa dell’ente da reato in relazione agli illeciti penali commessi dagli amministratori di tre imprese beneficiarie della frode, a favore di quest’ultime.
I provvedimenti
Il pubblico ministero ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, ai fini della confisca, per oltre 26,8 milioni di euro, quale presunto profitto dei reati riscontrati. E’ stato eseguito dai Finanzieri del Gruppo di Lodi – contestualmente a perquisizioni effettuate anche con l’impiego di un’unità cinofila cash-dog messa a disposizione dal Gruppo di Linate – sottoponendo a vincolo 94 immobili e 14 terreni ubicati nelle Province di Como, Lecco, Milano, Novara, Padova, Pavia e Verona, la somma di circa 330.000 euro quale disponibilità finanziaria rinvenuta su rapporti bancari, 5 automobili per un valore di circa 95.000 euro e quote societarie relative a 35 società per un importo complessivo di 757.570 euro. La misura cautelare del sequestro preventivo d’urgenza, che è stata convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lodi, si è resa necessaria per evitare che la libera disponibilità del profitto dei delitti riscontrati potesse aggravare o protrarre le conseguenze degli stessi o agevolare la commissione di altri illeciti. Infine, sul conto del presunto principale organizzatore del sistema di frode fiscale investigato, che stava fruendo di una misura alternativa alla detenzione, in relazione a fatti penali pregressi e diversi, l’Autorità giudiziaria competente, alla luce del mancato rispetto delle prescrizioni imposte e delle nuove ipotesi di reato oggetto di contestazione, ha ordinato la sospensione della predetta misura, cui è conseguito l’accompagnamento in carcere.