Era fuggito dagli arresti domiciliari per andare a Tavazzano, ma sulla strada del ritorno è stato intercettato dai poliziotti ed è finito nuovamente nei guai. "È stato un momento di debolezza" ha provato a giustificarsi ieri davanti al giudice. M.R., di nazionalità italiana, venerdì è stato nuovamente arrestato dagli agenti della squadra mobile perché, da sottoposto ai domiciliari non li ha rispettati, e si era recato fuori dal suo domicilio di Lodi senza autorizzazione. L’uomo si trova agli arresti nella sua abitazione per un furto compiuto in un bar e sta attualmente aspettando la fine del processo, cosa che potrebbe avvenire a breve visto che intende patteggiare. Ieri, in Tribunale a Lodi, si è svolto il processo per direttissima per aver violato i domiciliari. "Sono uscito di casa e so di avere fatto una cavolata – ha sostenuto in aula l’uomo –. Mi sentivo un fallito, è da tanto che cerco lavoro e non trovo nulla, all’ennesimo colloquio andato male ho avuto una sensazione di disperazione ed ho deciso di uscire. Sono andato a Tavazzano per acquistare qualche sostanza da fumare".
"Arrivato lì mi sono reso conto dell’errore e, senza comprare nulla, sono tornato verso casa – ha aggiunto –. Qui mi hanno arrestato: ho fatto una stupidata". La polizia ha confermato di aver effettuato l’arresto sulla strada in direzione Lodi e che l’uomo non aveva con sè sostanze illegali. Il pubblico ministero Antonino Andronico non ha chiesto nessuna misura aggiuntiva nei confronti dell’imputato "sperando che questo passaggio in tribunale abbia fatto capire che per il futuro non deve uscire di casa così senza autorizzazione". Il giudice ha liberato l’uomo per questo procedimento. M.R. è tornato però agli arresti domiciliari per il furto.
L.P.