REDAZIONE LODI

Genitori e figli finiscono in strada a Monte Cremasco: il sindaco rifiuta le proposte

Famiglia straniera senza casa dopo rifiuto delle soluzioni proposte dal Comune: sfratto, 6.000€/anno, appartamento arredato. Sindaco scrive al prefetto, famiglia viene accompagnata alla porta. Marito lamenta di dormire in auto.

E alla fine, non hanno più una casa. Così la famiglia straniera, dopo un tira e molla con il Comune, adesso è senza un’abitazione. Le soluzioni individuate, infatti, più di una e proposte dal sindaco, erano state rifiutate, con motivazioni diverse.

Il problema nasce la primavera dello scorso anno, quando la famiglia - una coppia con tre figli - riceve uno sfratto per morosità. Il Comune si adopera prontamente e, con non poche difficoltà, trova una casa Aler adeguata alle esigenze delle cinque persone, ma a Cremona. Il padre rifiuta questa casa, perché ritenuta troppo lontana. "Ma se non ha alcun lavoro, lontana da cosa?", si chiede il primo cittadino Giuseppe Lupo Stanghellini (nella foto).

Al rifiuto di questo alloggio, il Comune fa una proposta al capofamiglia: ti diamo 6.000 euro l’anno per quattro anni, trovati una casa dove vuoi. Ma il padre rifiuta anche questa proposta e così, obtorto collo, il Comune si trova a dover far ospitare in un istituto, una casa famiglia di Lodi, moglie e figli, al costo di 5.400 euro mensili.

La scorsa primavera il Comune ripropone alla famiglia i 6.000 euro per quattro anni, ma si scontra con un nuovo rifiuto. Allora il sindaco trova un altro alloggio in un paese del cremasco, confinante con Monte. Si tratta di un appartamento arredato, che costerà al Comune 600 euro al mese per un totale di 7.800 euro all’anno, che per quattro anni fanno 31.200 euro. Risposta? Non se ne fa nulla, perché la casa sorge in una zona degradata e lontana da scuola e parchi giochi. A questo punto il sindaco ha preso carta e penna e ha mandato una relazione completa della situazione al prefetto: "Ho chiesto al nostro ufficio tecnico una relazione sullo stato dell’appartamento e al prefetto di Cremona conferme o meno sulla “fama“ del quartiere dove si trova la casa: ebbene le relazioni smentiscono clamorosamente le scuse di questa famiglia".

Infine, trovandosi di fronte a motivazioni ritenute assurde, il Comune ha smesso di pagare l’alloggio per la famiglia e i responsabili della struttura, dopo qualche settimana, l’hanno cortesemente accompagnata alla porta. Adesso il marito si lamenta: "Sono costretto a dormire in auto e moglie e figli sono ospiti di un parente". Ma non spiega i motivi del rifiuto delle offerte del Comune.

Pier Giorgio Ruggeri