
David Bosoni 29 anni si è laureato all’università di Pavia e dopo l’esame di Stato ora lavora come collaboratore di ricerca
Lodi, 6 maggio 2018 - La motivazione fornita, da Regione Lombardia e Asst, per la chiusura del reparto maternità del nosocomio di Codogno risiederebbe, nella carenza di pediatri e ginecologi a livello nazionale. Una spiegazione che trova riscontro nell’esperienza di David Bosoni, 29 anni, medico lodigiano che dopo la laurea, conseguita nel 2015 all’Università di Pavia, presso la quale è ora impiegato come collaboratore di ricerca, e l’esame di Stato per l’abilitazione professionale, sta per tentare per la terza volta il concorso di ammissione alla Scuola di Specializzazioni Mediche, una tappa obbligatoria per consentire ai laureati in Medicina di lavorare nelle strutture ospedaliere, che vorrebbe frequentare per cinque anni per diventare ginecologo, focalizzandosi in particolare sull’endocrinologia ginecologica.
Dottor Bosoni, come si diventa medico specializzato oggi?
«Bisogna avere la laurea in Medicina e l’abilitazione all’esercizio della professione, che di fatto porta via un anno e superare il concorso per le Scuole di Specializzazione, che è nazionale e non più locale. I posti, banditi da Stato, Regioni e da altri enti pubblici e privati, in tutto sono circa 6.700, mentre i partecipanti in media oscillano tra i 13mila e i 15mila. Ne consegue che un aspirante medico su due o tre resta fuori dalla graduatoria e non può specializzarsi».
Come funziona la selezione?
«Viene pubblicata una graduatoria nazionale: più alta è la posizione, maggiore è il numero di posti e specialità alla quale il candidato può accedere. In fase di domanda non viene richiesto di inserire le proprie preferenze per gli ambiti in cui ci si vuole formare: a me negli anni scorsi è capitato di entrare in graduatoria, ma non di ottenere un posto nella specializzazione da me desiderata».
Quali sono le specializzazioni più richieste?
«Ginecologia, pediatria, cardiologia e chirurgia plastica. Non mancano gli aspiranti medici specializzati, il problema è che i posti banditi sono pochissimi, e nel tempo si assisterà a una mancanza di ricambio generazionale».
Quali mansioni può svolgere un giovane medico in attesa di entrare in una Scuola di Specializzazione?
«Può sostituire medici di medicina generale, fare guardie mediche, lavorare in RSA e case di cura private e fare consulenze, ma assolutamente non può accedere alle strutture ospedaliere. In virtù dei pochi posti disponibili per la specializzazione ora stanno iniziando a diffondersi dei master post laurea in medicine alternative. Nel complesso, si tratta di un iter lungo e impegnativo. Sì: sei anni servono per conseguire la laurea, uno di fatto è portato via dall’esame di Stato e la specializzazione dura mediamente dai tre ai cinque anni. In più, anche l’organizzazione stessa del concorso sarebbe da rivedere, per quello di quest’anno ancora non sono uscite le date e non cade, a differenza di altri, in un periodo preciso dell’anno, per cui la preparazione deve essere costante e portata avanti di fianco a qualche prima esperienza lavorativa».