Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), 4 maggio 2024 – La procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione del caso che ha coinvolto Giovanna Pedretti ma la famiglia della donna, molto probabilmente, non si opporrà alla richiesta, accettando così la chiusura delle indagini. È quanto ha sostenuto l’avvocato della famiglia della ristoratrice trovata morta il 14 gennaio 2024: “Non penso che la famiglia si opporrà all'archiviazione proposta dalla Procura di Lodi” all'inchiesta per istigazione al suicidio di Giovanna Pedretti.
Simona Callegari, che difende marito e figlia della 59enne di Sant’Angelo Lodigiano, ha evidenziato che in questi mesi, oltre il dolore della perdita della moglie e della madre, i due hanno assunto un comportamento “non di attacco ma in attesa che tutto si potesse chiarire”.
"Sappiamo che la Procura di Lodi ha lavorato in maniera meticolosa e attenta. Valuteremo comunque, definitivamente, il da farsi dopo aver analizzato con calma gli atti. Ad oggi non c'è volontà di opporsi e chiedere ulteriori indagini. Vedremo una volta che avremo letto tutto nel dettaglio: non c'è fretta".
Il caso della ristoratrice, morta dopo la recensione
Giovanna Pedretti, ristoratrice e titolare di una pizzeria di Sant’Angelo Lodigiano era balzata agli onori della cronaca quando in un post di Facebook, nel gennaio scorso, era comparsa una recensione contro clienti omosessuali e disabili che avevano frequentato la pizzeria: nel commento si leggevano frasi discriminatorie e offensive verso gli uni e gli altri, a cui aveva prontamente risposto la stessa Pedretti consigliando al cliente della recensione di non presentarsi più nella pizzeria.
In pochissime ore però si era scatenata una vera tempesta mediatica dove parecchi utenti del web avevano messo in dubbio la veridicità della recensione del post Facebook, che le indagini hanno poi confermato essere falsa. La recensione “non genuina” aveva così scatenato reazioni di ogni tipo nei confronti della donna, accusata di averla scritta per un tornaconto personale, e da eroina a difesa dei diritti, Pedretti era finita in una gogna mediatica.
Fino alla tragedia, quando la donna, non reggendo il peso della situazione, decise di togliersi la vita morendo annegata nel fiume Lambro.
Oggi la procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione del caso perché, per quanto la recensione non sia stata “genuina”, la donna non è stata indotta al suicidio da parte di terzi; nel frattempo la famiglia Pedretti, che ha riaperto da poco il locale sotto un nuovo nome, continua a chiedere massima privacy a chiunque, nel rispetto del proprio dolore.