MARIO BORRA
Cronaca

Il “fantasma“ della villetta. Risposte dall’autopsia: "Cerchiamo i familiari"

Ospedaletto, attese conferme della morte per monossido del giovane straniero. Il Comune sta cercando di rintracciare i parenti per il rimpatrio della salma. .

La villetta dismessa di via Matteotti dove il giovane del Ghana è stato trovato senza vita martedì mattina dai pompieri

La villetta dismessa di via Matteotti dove il giovane del Ghana è stato trovato senza vita martedì mattina dai pompieri

Sarà effettuata domani l’autopsia sul corpo di Edward Adu, il 29enne ghanese trovato cadavere martedì mattina all’interno di una villetta abbandonata e trasformata in rifugio di fortuna in via Matteotti. Si potrà così chiarire la causa della morte, forse avvenuta per inalazione da monossido di carbonio. Nulla cambierà la sostanza della tragedia: il giovane, che lavorava allo stabilimento di macellazione Inalca, è un altro “fantasma“, che si aggirava sul territorio cercando soluzioni abitative precarie e di fortuna. Aveva sì un lavoro fisso, ma condivideva con altre persone, probabilmente connazionali, le stanze dismesse di una villetta confiscata alla criminalità. Parenti in Italia non ne ha. È stato un amico a effettuare il riconoscimento del corpo e a garantire alle forze dell’ordine che quel giovane, trovato riverso in un giaciglio dentro una stanzetta chiusa, era proprio lui, Edward, arrivato dall’Africa a caccia di fortuna e una vita migliore. Tra le quattro mura i soccorritori hanno scoperto che accanto al corpo c’era un piccolo fornello da campo con un po’ di carbonella sotto. Forse da lì si è sprigionato il monossido di carbonio, il prodotto della combustione killer inodore e incolore che rischia di far passare la vittima dal sonno alla morte in un attimo.

È solo un’ipotesi al momento anche perché, da quanto sembra, il rilevatore dei pompieri non avrebbe riscontrato concentrazioni significative della pericolosa sostanza. Dopo l’indagine autoptica, occorrerà capire chi provvederà alla tumulazione del 29enne: se i parenti saranno rintracciati, si aprirà la lunga e costosa procedura per il rimpatrio della salma, altrimenti dovrà essere sepolto nel cimitero di Ospedaletto e il Comune dovrà anticipare le spese. "Vediamo nei prossimi giorni, ma non è escluso che avvenga questo come già capitato in altre occasioni- spiega il sindaco eugenio Ferioli -. Forse gli amici faranno una colletta, ma è solo una ipotesi. Altrimenti, dovremo farcene carico noi".

Si tratta del secondo immigrato “invisibile“ morto negli ultimi giorni: il 31 dicembre un 23enne egiziano senza fissa dimora e domiciliato da qualche amico in un alloggio provvisorio era rimasto vittima di un incidente sul lavoro, cadendo dal tetto di un capannone a San Grato tra Lodi e Montanaso.