REDAZIONE LODI

Il nipote Andrea Gianì si professa innocente: "Io ero tornato a casa"

Il difensore Corrente: il mio assistito è sotto shock

Gli inquirenti in piazza Omegna attorno alla Volkswagen Golf bianca su cui il sessantunenne è stato trovato in un lago di sangue

Gli inquirenti in piazza Omegna attorno alla Volkswagen Golf bianca su cui il sessantunenne è stato trovato in un lago di sangue

Andrea Gianì, 28 anni, è stato arrestato sabato con lo zio Roberto Zuccotti, per l’omicidio del 61enne Roberto Bolzoni a seguito delle indagini condotte dalla Procura guidata dal Laura Pedio. Come Bolzoni, zio e nipote frequentavano da tempo il punto Snai di via Villani. Qui avrebbero fatto conoscenza con “Rambo“ che, come raccontano i clienti abituali del centro scommesse, "dava retta a chiunque. Era un bonaccione. Aveva la chiacchiera facile". Le telecamere di videosorveglianza, analizzate dal nucleo dei Carabinieri di Lodi, hanno ripreso il momento di domenica pomeriggio in cui i tre uomini, che "erano in rapporti amichevoli", sono saliti sull’auto di Bolzoni.

Andrea Gianì non ha nessun precedente e abita assieme alla madre e al fratello in via Luigi Bay, a San Fereolo, meno di un chilometro di distanza dall’appartamento dove risiedeva Roberto Bolzoni. "Gianì non si vedeva spesso in giro", hanno dichiarato i vicini. "Il mio assistito si professa innocente – ha dichiarato il difensore di Gianì, l’avvocato Alessandro Corrente –. Ammette di essere salito nell’auto di Bolzoni con lo zio, tanto è vero che ci sono i video, ma si dichiara completamente estraneo dalla vicenda. Andrea è scosso, così anche la madre e il compagno". Anche il fratello del presunto colpevole è sicuro della sua innocenza, come ha manifestato sui sociale. Oggi, alle 14 si terrà l’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice delle indagini preliminari. Le accuse riguardano l’omicidio e la rapina del sessantunenne rinvenuto senza vita.

L.R.C.