In cinquecento al Pride. Un fiume di manifestanti . L’assessore in testa

Manuela Minojetti: "Sono fiera di essere qui a indossare il Tricolore"

In cinquecento al Pride. Un fiume di manifestanti . L’assessore in testa

In cinquecento al Pride. Un fiume di manifestanti . L’assessore in testa

Cinquecento in marcia ieri pomeriggio per il Pride di Lodi, il secondo per il capoluogo. La manifestazione a favore dei diritti della comunità Lgbtq ha colorato le vie della città con numerose bandiere arcobaleno, partendo alle 16 da piazza Vittoria. Da qui il fiume di persone si è spostato in corso Roma, poi in via Garibaldi e in piazza Castello per percorrere tutto corso Vittorio, raggiungendo e superando corso Umberto, via Volturno e via Cavour, quindi tornando nuovamente in corso Roma, toccando piazza Porta Cremonese, tutto viale Mazzini, via Zalli, viale delle Rimembranze e conclusione in piazza Zaninelli. Un percorso particolare, pensato e strutturato per andare in contro a chi ha difficoltà motorie, oltre che per garantire strade ampie alla carovana di persone. Differentemente dall’anno scorso, il corteo era composto da due camion a fare da carri, uno in testa alla carovana e il secondo poco dopo la metà del corteo, entrambi dotati di impianti musicali. Con il patrocinio del Comune, la manifestazione è stata organizzata dalle associazioni Lodi Arcobaleno e Rumoross insieme a un gruppo di sodalizi lodigiani, Cgil compresa.

A fine corteo, nei giardini vicini a piazza Zaninelli, numerosi i discorsi a favore dalla comunità queer. Lodi Arcobaleno ha rivendicato l’importanza del Pride come testimonianza della necessità di trattare le persone Lgbtq "come membri della società, differentemente da come il Governo attuale sta facendo. Una delle cose peggiori da sentire è di essere come siamo ma a casa nostra: questo significa allontanarci dalla società". Anche l’assessore alle Pari opportunità Manuela Minojetti ha preso parola, in rappresentanza dell’Amministrazione: "Noi ci siamo e ci saremo sempre, sono fiera di indossare il Tricolore per essere qui, questa è la dimostrazione che la comunità arcobaleno non è invisibile: noi vogliamo vivere e convivere, viva il Lodi Pride".

Luca Pacchiarini