
Lunedì dovrebbe avere luogo l'assemblea dei lavoratori dell'Icr
Lodi, 10 novembre 2016 - Dovrebbe aver luogo lunedì l’assemblea con i lavoratori dell’Icr, Industrie Cosmetiche Riunite. Ma, nel frattempo, il tavolo della trattativa con l’azienda si è spaccato. È stato il sindacato autonomo Confsal-Fesica, dopo l’assemblea coi lavoratori del 5 novembre, a decidere di non partecipare all’incontro tra le parti dell’8 e a dirsi pronto a valutare "eventuali modalità di denuncia e forme di lotta: da una fiaccolata per le vie di Lodi a un primo sciopero". Motivo? "All’inizio del negoziato è stato chiesto un adeguamento salariale attraverso l’istituzione della 14esima o altre forme di aumento con diminuzione dei ritmi di lavoro – fa sapere Confsal –. Al tavolo, finora, invece, si è parlato di premio di partecipazione, aumento dei ritmi di lavoro e soppressione della pausa mensa. Negoziare su queste basi è un tradimento degli obbiettivi votati in assemblea". Confsal parla di ‘schiaffoni’ dati ai lavoratori: "Mentre Icr si espande, con le felicitazioni di Renzi (il premier aveva visitato la fabbrica il 24 febbraio, ndr), nulla delle ricchezze aziendali viene condiviso coi lavoratori. La Costituzione, che Renzi vorrebbe in parte revocare, sancisce invece che il lavoro è un diritto e non una carità del datore di lavoro".
Confsal, che ha 4 delegati nella Rsu (4 anche Cgil, 2 Uil, 1 Cisl) parla di "opposizione ad un contratto ostile" e aggiunge: "l’assemblea ritiene che il negoziato debba riprendere solo quando l’azienda dirà quanto intende mettere sul piatto". Cgil, Cisl e Uil, invece, parlano di una "trattativa complicata" che illustrerano nell’assemblea di lunedì, ma Antonello Monti, segretario dei chimici Cisl, aggiunge: "Abbiamo presentato una piattaforma di richieste, economiche e organizzative. L’anno scorso c’è stata la non facile assunzione diretta di 200 persone prima sotto cooperativa, e solo nel 2017, quando inizierà la produzione nel nuovo capannone, tutti avranno gli stessi premi. È evidente che l’azienda sta chiedendo sacrifici diversi: la mezz’ora di pausa pranzo, prima era garantita a 200 persone, ora al doppio. Stiamo trattando su un salario di produttività molto elevato, fino a 1.700 euro l’anno, che non vuol dire più ore di lavoro ma migliore organizzazione. I sindacati confederali hanno scelto di stare al tavolo, per quanto difficile. Il contratto nazionale dice che l’orario di lavoro può essere modificato con notifica alle Rsu 20 giorni prima per cui, da qui al 31 dicembre, abbiamo ancora margine per sentire i lavoratori sulla linea da tenere e raggiungere un accordo".