Lodi, 11 gennaio 2017 - E' un inverno duro nel Lodigiano, come a livello nazionale, per quanto riguarda la diffusione dell’influenza, iniziata a novembre e andata crescendo fino ai primi di gennaio, con un trend che sembra destinato ad aumentare. Un quadro confermato anche dall’aumento degli accessi in pronto soccorso: "Nell’anno 2016 abbiamo registrato a Lodi e dintorni un aumento di ingressi del 4,94%, di cui la metà per influenza – spiega Stefano Paglia, primario del reparto dell’Ospedale Maggiore –. Allargando lo sguardo, ci sono stati 52.500 ingressi solo nel mese di dicembre in tutti gli ospedali della Bassa Lombardia, da Pavia a Mantova, circa la metà dei quali legati a complicanze di forme influenzali in pazienti fragili, cioè anziani o individui affetti da altre patologie o bambini. In molti esempi dei primi due casi è stato necessario procedere a ricovero, arrivando a situazioni di sovraffollamento in reparto. Abbiamo iniziato a novembre con le forme gastrointestinali, meno serie, e a dicembre sono iniziati ad arrivare casi della malattia che interessano il sistema respiratorio".
Un andamento che però non sembra destinato a diminuire, continua Paglia: "In base alle rilevazioni del Ministero della Salute dovremmo raggiungere il picco intorno alla fine di gennaio. I ricoveri sono in aumento in tutta la Lombardia e, nonostante più persone quest’anno si siano vaccinate, sono di più rispetto allo scorso anno". Ma il vaccino non è inutile, anzi: "A Lodi e dintorni si sono presentate in pronto soccorso in prevalenza persone vaccinate – chiarisce il primario –, purtroppo il vaccino non sempre garantisce una protezione completa contro il virus, dato che non protegge da tutti i ceppi, ma in pazienti fragili riduce sensibilmente il rischio di incorrere in complicanze". Ma non sono solo i reparti di pronto soccorso a dover affrontare gli effetti del dilagare dell’influenza: "Siamo a livelli elevati anche come pazienti ricevuti in ambulatorio – spiega Massimo Vajani, presidente dell’Ordine dei Medici di Lodi –, soltanto io come medico di famiglia, per esempio, l’altro ieri in otto ore e mezzo di lavoro ho ricevuto 103 pazienti, circa la metà dei quali affetti da influenza". Anche Vajani conferma un aumento previsto di casi nelle prossime settimane: "La discesa delle temperature che si sta verificando in questi giorni contribuirà al dilagare della malattia – spiega – e anche a quello di altre patologie del sistema respiratorio".