La battaglia per pregare. Il Tar boccia il Comune

Codogno, l’immobile di via Terracini può essere luogo di culto. I giudici accolgono il ricorso della Congregazione Cristiana in Italia.

La battaglia per pregare. Il Tar boccia il Comune

La battaglia per pregare. Il Tar boccia il Comune

Per creare un luogo di culto privato dove più persone si ritrovano a pregare, anche senza opere edilizie, è necessaria la richiesta di una variante? Per il Tar la risposta è "no". Anche perché l’obbligo colliderebbe con il pieno riconoscimento della libertà religiosa. Così ha deciso la giustizia amministrativa sul ricorso presentato dalla Congregazione Cristiana in Italia che, in merito all’immobile di via Terracini utilizzato come luogo d’incontro e di preghiera da una quarantina di adepti. A giugno 2023 il Comune guidato dal sindaco Francesco Passerini ribadiva che, a livello catastale, "essendo un magazzino non poteva essere utilizzato quale luogo di culto poiché tale destinazione non è ammessa dalla Normativa Tecnica di Attuazione del Piano delle Regole del vigente Pgt".

Da qui la battaglia legale con il ricorso dell’associazione religiosa su cui nel merito il Tar si è pronunciato. "Il provvedimento con cui il Comune ha diffidato la Congregazione Cristiana dal proseguire l’attività religiosa nel capannone risulta illegittimo laddove stabilisce aprioristicamente, senza dare atto di alcuna istruttoria concreta, che l’immobile sia un luogo di culto vero e proprio e non piuttosto solo un luogo meramente privato di aggregazione e preghiera nella disponibilità dell’Associazione per i fini suoi propri – ribadisce il Tar – Tale distinzione non è di poco conto ai fini dell’esercizio del potere pianificatorio dell’ente, che è chiamato a misurare la propria azione secondo principi di proporzionalità, ragionevolezza e necessità, contemperando le ragioni di tutela del territorio con quelle del diritto alla libertà religiosa".

Mario Borra