PAOLA ARENSI
Cronaca

La Bergognone vende i gioielli. Picasso all’asta per salvare la scuola

Il fondatore: abbiamo fatto lavori, le istituzioni ci avevano promesso aiuti ma ci hanno abbandonato

La Bergognone vende i gioielli. Picasso all’asta per salvare la scuola

Per salvare dal dissesto gli spazi che, da mezzo secolo, ospitano l’arte dei suoi ragazzi "Folligeniali", il presidente della scuola Bergognone di Lodi, Angelo Frosio, ne mette all’asta i tesori. Ancora una volta, prima dell’interesse, vengono messi i Folligeniali, come vengono chiamati gli artisti, con disabilità mentale, che vivono quotidianamente la struttura di viale Pavia esprimendosi attraverso la musica, l’arte, la lavorazione del cibo e l’orto. Nella struttura di viale Pavia dallo scorso maggio era stata anche allestita una mostra dedicata a Picasso (nel cinquantennale della morte) e un mese fa l’esposizione è stata visitata anche dal calciatore Franco Baresi (membro della Fondazione Milan). "La Bergognone si trova in un territorio straordinario, dove fin dai tempi di Leonardo Da Vinci, un’opera eccezionale era il formaggio che Franchino Gaffurio da Lodi donava allo stesso Leonardo - ribadisce Frosio -. Il valore del formaggio lodigiano che, con i suoi elementi naturali, può operare benefici sulla salute umana e di tutto ciò che proponiamo nella nostra scuola, a volte, vengono però dimenticati. Dimenticati da politici che, finite le loro passerelle e pur avendo firmato documenti importanti, si sono dimenticati di noi quando più avevamo bisogno" prosegue l’artista.

"Siamo in difficoltà perché, sei anni fa, abbiamo preso impegni per mettere in sicurezza il canale che circonda la scuola, a tutela dei nostri ragazzi e chi aveva promesso di aiutarci, non l’ha fatto" prosegue l’eclettico presidente della scuola d’arte Bergognone, fondata quasi mezzo secolo fa dallo stesso Frosio, che ora ha deciso di mettere all’asta alcune opere. Tutto per racimolare il necessario per andare avanti. "Avevamo un progetto e documenti firmati da istituzioni che dovevano sostenerlo, invece abbiamo dovuto affrontare, da soli, una spesa di 130mila euro. E ora il peso di questa fatica inizia a sentirsi. E anche se noi promuoviamo l’arte come amore, fra i primi a sostenere l‘espressione artistica come mezzo di recupero e valorizziamo la figura femminile, con 8 dipendenti donne, nessuno ha più fatto passi avanti per venirci incontro. Gli enti lodigiani non contano nulla, evidentemente". Frosio, quindi ha deciso di mettere all‘asta i suoi gioielli d’arte, così da continuare a far studiare i ragazzi fragili: un Picasso, fiore all’occhiello della mostra dei mesi scorsi, un’opera di Piero Manzoni e un crocifisso ligneo legato a Papa Giovanni XXIII. "Io sono ambasciatore della cultura lituana nel Mondo, le mie opere sono richieste da chiunque e non riesco a capacitarmi di tutta questa indifferenza. Ma invece di denunciare i torti subiti, come vorrebbero che facessi i genitori dei nostri ragazzi, per farcela, preferisco agire con la vendita dei nostri beni. Voglio continuare a dare la possibilità ai 20 ragazzi fragili che ospitiamo, alcuni senza famiglia, di stare con noi, a dipingere, suonare, fare l’orto". "Metterò all’asta anche un presepe ligneo fatto da un artista del baltico e che è dietro la mia scrivania. E anche un Fattori, quadro che vale tantissimo, di due metri per tre" conclude.