La Comunità cristiana ortodossa si riunisce nel ricordo di Andreea Antochi e del piccolo Sasha, deceduti al San Matteo dove la trentenne si era recata con il marito Florin Catalin Lovin per partorire la notte tra il 16 e il 17. Si è tenuto ieri il rito della Chiesa ortossa di Lodi per mamma e figlio, momento di raccoglimento e preghiera.
Di origine romena entrambi i coniugi, residenti a Villanterio dove è stato annunciato lutto cittadino, e appunto di fede ortodossa. Ecco perché la cerimonia si è tenuta proprio a Lodi, per via della presenza della chiesa romeno-ortodossa, in modo da rispettare le tradizioni e credenze del Paese d’origine.
Ieri alle 9 la liturgia è stata celebrata dal Pope, che ha ricordato "la durezza della morte ma anche la speranza nella salvezza della Resurrezione". Molti i presenti sia in chiesa sia fuori: tra i palazzi residenziali dove sorge la chiesa romeno-ortodossa c’è stato un via vai continuo per tutta la mattinata, tra chi si è recato in via Lago di Garda per dare un semplice saluto e chi invece si è fatto trascinare dalla commozione e dal dispiacere. Tanti i fedeli in lacrime per tutta la mattinata. Il sentimento comune era di profondo rammarico e incredulità, simile a quello provato dai partecipanti alla fiaccolata sotto al Policlinico di Pavia, organizzata quattro giorni fa per per protestare contro l’accaduto ed evidenziare l’importanza che i pazienti scelgano le proprie cure. Infatti secondo una prima ricostruzione Andreea Antochi avrebbe chiesto il cesareo più volte, ma i medici si sarebbero rifiutati di praticarlo non ritenendolo necessario.
Alle 12 di oggi a Villanterio, dove la coppia viveva e dove Andreea aveva preparato la cameretta per accogliere il piccolo, le campane suoneranno e sarà lutto cittadino.
Luca Pacchiarini