Maietti uand l’acqua d’April, cume se dis,/ l’ha mujàd el séch a la radis,/ e cubie de üselin i fan cuncèrti,/ dopu ch’i han fai la not a ögi vèrti". È Chaucer: il nostro dialetto dovrebbe stargli simpatico, perché suona molto simile al suo antico inglese. Parla della primavera come di un tempo felice. Poi arriva T.S. Eliot e cambia tutto: "Aprile è il mese più crudele/ generando fiori di lillà dalla terra morta". Così avevo preparato l’incipit per una lezioncina al mio vecchio Liceo. Ma provate a entrare in una classe con alunni dei quali non sei ancora riuscito ad afferrare i nomi. Alunni che ti guardano, ognuno a suo modo, e ti pare che non siano pronti per quell’incipit. Allora ti perdi per i sentieri. Ne prendi uno: quello che ti viene lì al momento. E il momento è la Pasqua, e la mia curiosità è di capire cosa sia la Pasqua per i giovani d’oggi. Parlo di Jesus Christ Superstar, che data ormai mezzo secolo ed è ancora rappresentato in tutto il mondo. Mi sono portato il CD con la canzone del Getsemani. Il CD dev’essere vecchio come me, perché fa le bizze e s’ingrippa sul più bello. Mi affido alla ruota di scorta- Leggo una citazione dall’omelia del Giovedì Santo 1958 di don Primo Mazzolari. Leggo e guardo gli alunni. Sento e vedo che a poco a poco don Primo li prende, come ha preso me: "Io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, non abbia fatto strada nel suo povero cuore. Lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi". Chiudo senza commenti. Mi perdo per altri sentieri, e mi pare che gli alunni vi si perdano con me. Fino a quando la campanella dell’intervallo dice a tutti che, adesso, è più urgente la pizzetta o il caffè.
CronacaLa Pasqua dei poveri Giuda come noi