ANDREA
Cronaca

La piazza rimedio antidepressivo

L'articolo di Andrea Maietti descrive la piazza di Lodi come un potenziale trattamento antidepressivo naturale, superiore al Prozac. Racconta aneddoti e personaggi locali che animano la vita quotidiana del luogo.

La piazza rimedio antidepressivo

L'articolo di Andrea Maietti descrive la piazza di Lodi come un potenziale trattamento antidepressivo naturale, superiore al Prozac. Racconta aneddoti e personaggi locali che animano la vita quotidiana del luogo.

Maietti

La piazza di Lodi. Devo decidermi a raccomandare la Piazza al mio medico di famiglia: prescrizione di un paio di settimane di mattinate in Piazza come coadiuvante antidepressivo. Più efficace e senza le controindicazioni del Prozac. Un teatrino che alza il sipario con lo strepito della saracinesca alzata del primo bar, che fa scattare in volo i colombi verso la gran torre quadrata del duomo. Se tendi l’orecchio senti il coro dei canonici alle “lodi” del mattino. San Bassan, me racumandi: dacci una buona giornata, anche se ci vergogniamo a scendere fin giù nella cripta per un patér. Dalla a tutti una buona giornata: ce n’é bisogno oggi più di ieri, quando bastava la pellagrosa polenta a benedire la vita. Come a teatro, come su un treno pendolare, gli spettatori, anzi gli attori, occupano devotamente sempre lo stesso posto. Fino a ieri c’era Franco in bicicletta con la fotografica a tracolla, pronto al clic come il cacciatore in usta di un fagiano (pur ridotto ormai a pollastrone senza memoria) tra i fusti del granturco ormai granito. "Cume stal Sartorio?", mi chiedeva. "A parte qualche paturnia ipocondriaca (sono della razza, Franco, me ne intendo), sta bene". Sul lato opposto della piazza il toscano breriano dell’attore Carlo Rivolta, accolto sul giornale, accanto a Nuvola, la moglie professora. Neanche un ricciolo di cirro nel cielo lattiginoso. Ci pensava Ciccio Roda a squarciare l’afa. Con le sue storie. Come quella di un ex-calciatore barasino innamorato del casinò. Il suo viaggio di nozze? A Campione d’Italia. Arrivano in albergo. "Disfa le valigie, che intanto vado a far due passi", dice alla moglie. Intanto accarezza con soddisfazione il portafoglio rigonfio nella tasca interna della giacca. I due passi sono sulla strada del Casinò. La moglie non ha ancor finito di sistemare tutto, che lui è già di ritorno. La mano nervosamente grattugiante il petto, lì dove stava il portafoglio rigonfio. "Rimetti tutto in valigia: se feme chì? ‘Ndeme a ca’ che l’è mej!" (Cosa facciamo qui? Andiamo a casa che è meglio).