Lodi – Nel reparto di Oculistica dell’ospedale di Lodi, in media ogni anno, vengono registrati circa 31.500 accessi, comprensivi di interventi chirurgici, parachirurgici e visite ambulatoriali. E sono 16mila le visite oculistiche all’anno di media. Questi alcuni dei dati resi noti ieri pomeriggio nella sede dell’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) di Lodi in via Gorini dove è stato organizzato un incontro in occasione della Giornata Mondiale della Vista. Lo scenario delle patologie oculistiche è stato presentato dal medico oculista dell’ospedale di Lodi Lorenzo Maria Caminada, dalla consigliera comunale con delega alla Sanità Silvana Cesani e da Ennio Ladini, presidente della sezione Uici di Lodi.
In ambito oculistico le patologie più diffuse nel Lodigiano riguardano gli anziani, in particolare affetti da cataratta, degenerazione maculare senile (comunemente chiamata maculopatia), quest’ultima in aumento per l’allungamento della vita media. "Le patologie insorgono in particolare dopo i 60 anni – ha spiegato il dottor Caminada –. Tra le più comuni alcune sono più problematiche di altre, la degenerazione maculare senile prende la visione centrale della retina. Oltre i 70 anni circa un individuo su quattro ne è affetto. È una patologia lentamente progressiva, esistono molti farmaci ma tutti rallentano la malattia, non la curano. Vi è poi il glaucoma, qui la ricerca ha ottenuto grandi risultati, con colliri specifici che sistemano la pressione alta degli occhi, oppure terapie chirurgiche. Sempre cure che rallentano, anche molto, la malattia ma non possono far tornare la vista come prima. Si capisce allora l’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce. Il problema però è che queste malattie alla vista danno sintomi facilmente trascurabili, per esempio i primi segnali arrivano nella parte periferica della vista e si tende ad abituarsi ad essi. Si arriva poi in ambulatorio per un controllo di routine e noi medici ci ritroviamo davanti a situazioni già molto compromesse".
"Altro discorso invece per la cataratta – ha aggiunto – oggi la principale causa di problemi visivi al mondo. Questa con un intervento non invasivo è reversibile e il paziente può tornare alla qualità della vista originaria. Anche qui la prevenzione fa la differenza però, la cataratta è progressiva e i pazienti spesso si abituano ai roblemi di vista, così nel momento della diagnosi se la cataratta è più grave l’intervento da fare darà più importante. Il Maggiore però è un centro di alta qualità e importante in tutta Italia, soprattutto per interventi chirurgici alla retina, ne facciamo circa 600 l’anno, circa 40 trapianti di cornea all’anno invece. Anche in ambito pediatrico si interviene molto, numerosi interventi di strabismo vengono fatti ogni anno". Su tutto questo ha concordato Ennio Ladini, che ha aggiunto come: "il problema della cecità degli anziani aumenta con il fatto che questi spesso sono soli. Noi dal Covid abbiamo iniziato un servizio con il quale li contattiamo telefonicamente. Altra cosa su cui stiamo lavorando è la formazione del personale sanitario, che spesso tratta il paziente ceco o ipovedente come un normale paziente qualsiasi, per esempio lascia le medicine sul comodino senza capire che questo è già un grande ostacolo". Formazione, prevenzione e presa in carico dei pazienti sono stati temi di cui ha parlato anche la consigliera Silvana Cesani: "Sono 3 punti che entrano nel Piano della salute locale che si sta costruendo, già nella bozza si era visto come il 33% degli ammalati lodigiani sono affetti da patologie croniche, percentuale che aumenta con l’anzianità".