Paola Arensi
Cronaca

Lodi, laboratori e tirocini per migranti e carcerati: “Inclusione e reinserimento”

Queste iniziative saranno possibili grazie ai progetti Casomai e Ciao

Il prefetto di Lodi Enrico Roccatagliata vicino a Mauro Parazzi presidente di Fondazione Comunitaria

Lodi, 6 ottobre 2023 - Grazie ai progetti “Casomai” e “Ciao”, a Lodi arrivano laboratori e tirocini per soggetti fragili. Si tratta dei richiedenti asilo e dei reclusi “che spesso, per essere reinseriti, hanno bisogno di trovare un punto di riferimento che li accolga”.

Il progetto Casomai

Il progetto “Casomai, dal valore di 125mila euro, è sostenuto con un contributo di 100mila euro dal Bando Terzo Settore di Regione Lombardia ed è l’unico progetto finanziato da Regione Lombardia” ha ribadito Mauro Parazzi, presidente della Fondazione comunitaria provincia di Lodi, la realtà proponente e che lavora braccio a braccio con il prefetto di Lodi Enrico Roccatagliata. Parazzi ha quindi chiarito: “Ci siamo interrogati su quale progettualità presentare e la nostra idea è stata questa, dato che Fondazione è conosciuta per la propria attività di erogazione, finalizzata ad attivare il territorio e altre risorse economiche, per dare una risposta di insieme ai bisogni della comunità. Il tema della agricoltura sociale ci sembrava bisognoso di attenzione, così come i destinatari”. A questo primo bisogno descritto si è aggiunta l’idea di proporre analoghe attività alle persone autrici di reato e ai loro familiari, anche a seguito dell’indicazione dell'Ufficio di Piano dell'Ambito di Lodi di integrare le risorse messe a disposizione da altri fondi regionali, ma non sufficienti per il territorio.

I partecipanti

Il progetto vede la Fondazione Comunitaria capofila, sostenuta dalla Prefettura, insieme ad alcuni enti già partner del progetto AgriCulture Sociali 3.0 (Caritas Lodigiana e il Movimento lotta per la fame nel mondo, quali gestori di Centri di accoglienza straordinaria e l’associazione comunità il Gabbiano, quale ente con esperienza con persone con problematiche in ambito penale).

I destinatari

Sono coinvolti gli ospiti dei Centri di accoglienza straordinaria della provincia di Lodi e le famiglie di persone interessate da un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

L’offerta

Laboratori motivazionali, corsi professionalizzanti, tirocini, lezioni di italiano. Sono alcune delle azioni che caratterizzano i progetti” ha dettagliato Gianmarco Locatelli, agente di sviluppo dell'ufficio di piano.

Socializzazione e formazione

Casomai (Comunità Accoglienti Sempre: Opportunità Mirate All'Inclusione) e Ciao (Comunità Inclusive e Accoglienti in Orto), sono promossi da una rete di istituzioni e realtà no profit del Lodigiano per offrire occasioni di socializzazione e di formazione da un lato agli autori di reato e alle loro famiglie e dall’altro agli ospiti dei Centri di accoglienza straordinari della provincia di Lodi, che sono in attesa di ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato. L’idea è anche quella di offrire opportunità alla popolazione dei richiedenti asilo in alcuni ambiti specifici: difficoltà linguistiche e disorientamento generale, migliorando le loro competenze trasversali. Un obiettivo approvato anche dalla Prefettura di Lodi, il cui prefetto Enrico Roccatagliata spiega: “Si risponde a una duplice esigenza, la carenza di manodopera in agricoltura e su questo fronte stiamo predisponendo un progetto anche per l’edilizia con Ance e si dà una concreta possibilità di reinserimento lavorativo a queste persone fragili”.

Il progetto Casomai prevede l’attivazione degli interventi da novembre e terminerà nella metà del 2025. Promuoverà 13 laboratori motivazionali da 20 ore per 58 persone, suddivise in piccoli gruppi. Seguiranno due corsi professionalizzanti di 80 ore, per 10 persone e due corsi di italiano da 40 ore, per 10 persone. Sono previsti anche 8 tirocini da 3 mesi, per 25 ore alla settimana. I laboratori si terranno a SanfereOrto e nel Cas di Graffignana.

Carola Molteni, de Il gabbiano, referente dell’area migranti, ha aggiunto:”La cura passa dal prendersi cura. I migranti sono l'anello debole della catena e assomigliano alle persone che portano avanti un percorso di fuoriuscita dal carcere. Tutti hanno un vissuto che li ha sgretolati. Trovare spazi di formazione aiuta molto. Già conoscersi e avvicinarsi fa perdere la paura del diverso. Non è terapia occupazionale, ma formazione vera e propria per riprendere e riscoprire strumenti che magari queste persone già avevano”.

Il progetto Ciao

Nel frattempo, ad offrire sostegno fino a novembre, quando partirà il progetto Casomai, ci ha pensato il progetto Ciao, che è iniziato a settembre e che si prolungherà fino a dicembre. Un progetto ponte, che vede come capofila l’Associazione Comunità Il Gabbiano. In questo caso vengono proposti 6 laboratori da 20 ore per gruppi di 5 persone, due dei quali saranno per donne con figli. Saranno laboratori motivazionali alla presenza di agrieducatori e di facilitatori linguistici e un modulo di Primo Soccorso erogato dalla Croce Rossa. A gestire le attività presso SanfereOrto a Lodi, saranno il Gabbiano, MLFM e Il Mosaico Servizi cooperativa sociale.

Partner di progetto sono anche Fondazione Caritas e Interazioni cooperativa sociale; l’iniziativa vede poi l’adesione dell’Azienda Speciale Consortile Servizi Intercomunali e di Think! Spa – Santa Francesca Cabrini. Il progetto ha un costo di 37.500 euro ed è finanziato con un contributo di 30.000 euro dalla Fondazione Comunitaria di Lodi attraverso il Fondo Nuove Povertà sostenuto anche grazie alle risorse di Fondazione Cariplo. I

l prefetto ha anche illustrato i dati dei potenziali destinatari del progetto: "Abbiamo 509 persone in accoglienza fino a 48 ore fa, in particolare 333 uomini e 107 donne. Poi si sommano i minori non accompagnati e quelli che fanno parte di famiglie, per un totale di 69. Di questi 294 sono uomini singoli e 37 donne singole. Poi ci sono famiglie con padri o madri e minori o nuclei mono parentali madre e figli- e ancora- La fascia d'età preponderante va dai 19 su 35 anni, con 369 presenze maschili e femminili. Coloro che superano i 50 anni sono meno. Solo 3 sono ultra 65enni e legati alla presenza ucraina. I comuni che ospitano i Centri di accoglienza straordinaria sono in tutto il Lodigiano”.

Al 30 settembre, invece, si contavano 83 persone detenute nel carcere di Lodi, adesso arrivate ad essere circa 90. Roccatagliata, ringraziando gli aderenti ei i promotori, ha concluso:”Vorrei sottolineare l'importanza del progetto di Fondazione comunitaria cui abbiamo aderito. Vista l'alta percentuale di persone che rientrano nella fascia d'età che possono dare un contributo lavorativo, infatti, questi soggetti possono essere strumentali per le persone che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro”. Ilaria Gandini dell'ufficio di piano ha aggiunto:”Il progetto parla di inclusione sociale. È alla base del piano di zona”. La formazione professionale è l'anello debole perché fondamentale ha detto Carlo Bosatra di Caritas-Sicuramente le persone in queste situazioni hanno tempi e ritmi da capire”.