ANDREA
Cronaca

Lavorare per essere pronti

Maietti Era il 19 Dicembre 1992. Il destino ti ha preso come tu avevi sempre detto di volere, Gioann Brera: in...

Maietti Era il 19 Dicembre 1992. Il destino ti ha preso come tu avevi sempre detto di volere, Gioann Brera: in...

Maietti Era il 19 Dicembre 1992. Il destino ti ha preso come tu avevi sempre detto di volere, Gioann Brera: in...

MaiettiEra il 19 Dicembre 1992. Il destino ti ha preso come tu avevi sempre detto di volere, Gioann Brera: in un amen. La reazione è stata quella di un etimologico ad-dio: affidarti a un dio, magari quello della nostra pudica Bassa padana. "Luglio infuocato mugola pei campi/ ferito dalla stessa sua calura" (ha scritto il nostro conterraneo Cesare Angelini), ma noi ci stiamo e ci torniamo sempre volentieri nella Bassa, alla tua Pianariva come alla mia Costaverde, perché "Mej de la Val Padana ghe n’è minga". Continueremo a vivere, noi che ti abbiamo perduto: come è dovere e talvolta magari condanna. È il tuo lascito più grande, più della tua rutilante scrittura. "Bisogna lavorare, per essere pronti", mi hai confidato un giorno in Via Cesariano. Anche se non si è mai pronti abbastanza. Sarà presto Natale, Gioânn, la festa che più ti commuoveva: "Mia madre passa con una bracciatella di torroni per le povere camere odorose di sonno. L’acqua è gelata nel lavamano. Sui vetri della finestra l’inverno padano ha dipinto fiori bellissimi". Quel Natale dell’infanzia, della neve e delle zampogne, del presepio al posto dell’albero che non ci appartiene. Quel Natale che non torna più. Poeta della nostalgia ti ho chiamato, da mettere tra Hemingway e Leopardi (saranno contenti di stare con te. Credo che tu abbia sfidato papa Ernest a braccio di ferro. Giacomino, in un canto, teso a dedicarvi endecasillabi rubati alla luna). Ma nostalgia non ha mai fatto rima per te con facile malinconia. "C’è il tempo delle favole – hai detto una volta– e il tempo dei perché che non hanno risposta".