
La delegazione lodigiana del Centro per l'Impiego sotto il Pirellone
Lodi, 26 giugno 2018 - "Partiremo coi ricorsi per tentare di provare l'incostituzionalita' della legge regionale sui centri per l'impiego". A dirlo, di ritorno dal presidio che si è tenuto in mattinata sotto il Pirellone a Milano, è Giovanni Bricchi, responsabile della Funzione Pubblica Cgil di Lodi. Il sindacalista ha partecipato insieme al gruppo dei dipendenti del Centro per l'Impiego di Lodi: "Eravano 9 sui 12 in servizio dei 14 dipendenti lodigiani totali, di cui 1 in aspettativa e 1 in ferie - aggiunge -. In totale c'erano circa 250 sui circa 500 addetti dei Cpi pubblici lombardi. La risposta in termini di partecipazione, dunque, è stata ottima, votando all'unanimità la dichiarazione di stato d'agitazione e dichiarando la volontà di andare fino in fondo a questa battaglia anche mettendo in campo azioni di sciopero. Ci sembra che i vertici regionali non abbiano compreso l'entità del problema e approvino una legge che invece di risolvere i problemi dei Cpi, aggravera' l'incertezza della condizione lavorativa degli operatori e non offrirà alcun beneficio agli utenti, che per inciso, sono persone in cerca di lavoro".
Già la scorsa settimana Cgil, Cisl e Uil, nell'annunciare la manifestazione di questa mattina, avevano parlato di "una situazione drammatica" del Centro per l'Impiego di Lodi, "con personale ridotto all'osso, strumentazione obsoleta e scarsità anche dei più basilari accessori, come carta e toner per le stampanti". I sindacati sono contrari al provvedimento approvato poi nel primo pomeriggio dalla Lombardia, unica regione a non voler aderire alla legge che ha istituito la nascita di nuove Agenzie per l'impiego, una nazionale e le altre su base regionale e che vuole mantenere i dipendenti in carico alla province dove risultano sovrannumerari.