Nel Lodigiano il personale qualificato è introvabile e scarseggiano i servizi per le famiglie, ma crescono gli occupati e l’incidenza industriale, grazie a manifatturiero e agricoltura, con l’esportazione all’estero al massimo storico. E’ quanto emerge dalla ricerca “Your Next Lodi 2030”, l’ analisi, presentata ieri a Cascina Sesmones di Cornegliano Laudense, realizzata, per la prima volta in modo così strutturato, dal Centro studi di Assolombarda, con Politecnico e Bicocca. Sono stati considerati numeri, infrastrutture, capitale umano, terzo settore. Emerge che il 47,3% delle imprese non riescono a trovare personale qualificato e quindi occorre pensare a formazione specifica. Si dovranno affrontare sfide come la transizione ecologica e digitale, ma come punto di forza c’è la crescita dell’esportazione, con un massimo storico di 5.7 miliardi nel 2023 e degli occupati. Rispetto alla media regionale, l’economia lodigiana si caratterizza per una maggiore incidenza del valore aggiunto industriale (27,0% vs 23,7% a livello lombardo) e agricolo (3,2% vs 1,0%), a testimonianza di un sistema capace di affiancare un forte profilo manifatturiero all’eredità di un importante passato agricolo. La provincia rappresenta il 3,3% della Lombardia per superficie e il 2,3% della popolazione e vale 1,6% dell’economia regionale. Ma pur essendo la penultima provincia di Lombardia, il Lodigiano ha una maggiore incidenza del valore aggiunto industriale per il forte profilo manifatturiero (dimensione cresciuta da 9,6 a 12,1 addetti per Unità locale) e un importante passato agricolo. Inoltre cresce l’esportazione, con un massimo storico di 5.7 miliardi nel 2023 e gli occupati crescono del 2,8% tra il 2019 e 2023, il doppio dell’incremento regionale. Il tasso di occupazione è in crescita di oltre 1,7 punti percentuali rispetto al pre-Covid e c’è stato un ridimensionamento della disoccupazione giovanile. Le famiglie si trovano però spesso in difficoltà con i servizi per l’infanzia, in un territorio che conta in media solo 26 posti in asilo nido su 100 bambini.
In Provincia di Lodi soltanto il 47,5% della popolazione con 9 anni o più ha una bassa scolarizzazione (licenza media o inferiore), una quota piuttosto ridotta. Però il capitale umano lodigiano appare leggermente sbilanciato verso i diplomati rispetto a profili con livelli di istruzione terziaria o superiore e questi ultimi si concentrano in prevalenza nei poli di Lodi e Codogno. La rete ferroviaria presenta alcune criticità date dalla presenza di tratti a binario unico e non elettrificati (linea Pavia-Codogno-Mantova), di sovrapposizioni di linee diverse (tra Casalpusterlengo e Codogno) e di passaggi a livello, tutti elementi che si ripercuotono sulla qualità del servizio. La Provincia di Lodi conta 16 poli con una estensione territoriale superiore a 300mila metri quadrati, fino al massimo di più di due milioni di metri quadrati nel caso dell’area denominata Mirandolina tra Codogno e Fombio. Per quanto riguarda la logistica, gli edifici superiori a 5.000 mq dedicati a questa funzione coprono una superficie totale (superficie coperta) di poco superiore al milione di metri quadrati. Si evidenzia una netta polarizzazione servizi a Lodi, Sant’Angelo Lodigiano, Casalpusterlengo, Codogno. Le strutture ricettive alberghiere e non alberghiere si concentrano prevalentemente nella città di Lodi (53 strutture su 138).