di Carlo D’Elia
I controlli scattano già nel parcheggio dell’Università. La misura della temperatura corporea per chi è alla guida. Poi all’interno della struttura con il termoscanner che monitora gli ingressi. A ogni utente viene richiesto di igienizzarsi le mani, di indossare bene la mascherina e di lasciare i propri riferimenti per favorire il tracciamento. Sono queste le misure che vengono utilizzate nella Facoltà di Medicina veterinaria di Lodi dell’Università degli Studi di Milano Statale per permettere a circa un centinaio di studenti (in totale la struttura accoglie circa 2.500 persone tra studenti e personale docente e non docente) di accedere alle strutture e frequentare le sale studio e la biblioteca, dove ogni singola postazione è stata divisa e protetta da pannelli di plexiglass.
Anche ieri, nonostante il ritorno all’attività accademica in streaming da venerdì scorso dopo appena quattro giorni di ripresa in presenza, una cinquantina di universitari hanno popolato, ma non affollato, la nuova struttura oltre la tangenziale di Lodi, interamente circondata di vetrate. Il campus universitario di via dell’Università, inaugurato nel 2018, progettato dell’archistar giapponese Kengo Kuma, rappresenta un cluster nel settore veterinario, zootecnico e biotecnologico tra i più avanzati a livello nazionale e internazionale. La struttura occupa una superficie coperta di circa 20mila metri quadrati, di cui 13mila per studi, laboratori di ricerca e locali di supporto e 7.300 per aule, biblioteca e servizi generali. All’interno dell’avveniristica struttura, gli studenti si muovono tra il piano terra e il primo piano, dove la Facoltà ha messo a disposizione almeno un centinaio di posti, tutti divisi da plexiglass e distanziati, per permettere agli universitari della Facoltà (o comunque solo a quelli iscritti alla Statale di Milano) di continuare a studiare sfruttando anche le rete wi-fi e il rigoroso silenzio che gli addetti alla sicurezza chiedono di dover rispettare.
"La singola postazione può essere prenotata attraverso l’app dell’Università", racconta uno degli studenti che in questi giorni, nonostante l’ennesimo stop alle lezioni in presenza per il passaggio alla fascia “arancione rafforzato“ in Lombardia, non ha mai smesso di frequentare il polo universitario. "Con la ripresa delle lezioni in presenza, la scorsa settimana, è stato difficile trovare anche un posto nelle sale studio - spiegano altri studenti –. In tanti, dopo le lezioni, sono rimasti in Facoltà. Un’abitudine che continua anche oggi. Purtroppo la città, soprattutto con la pandemia, non offre molte strutture in grado di fornire uno spazio idoneo dove studiare". Prosegue anche l’attività nell’ospedale veterinario universitario di Lodi che ha festeggiato i cinque anni dall’apertura (prima per la cura dei grandi animali e dal 2018 anche per i piccoli animali). La clinica veterinaria dell’Università, ridotta alle urgenze durante la pandemia, dall’1 giugno scorso ha ripreso quasi a pieno regime.