Lodi, 22 giugno 2021 - Nel Lodigiano, soprattutto in epoca di pandemia, "rinchiuso" l’uomo gli animali selvatici si sono ripresi i propri spazi. Tra questi anche il lupo. Animale sul quale il responsabile scientifico della Riserva naturale Monticchie Luca Canova, professore universitario, ha avviato uno specifico studio. Ma si discute molto anche dell’abbondante presenza di cinghiali e nutrie che, spesso, finiscono nel mirino degli agricoltori, con amarezza degli animalisti, per i danni che provocano nelle campagne. "La presenza del lupo nel Lodigiano è stata verificata per la prima volta nel 2017 – ricorda Canova –. Da allora, la presenza di questo predatore è stata segnalata in modo attendibile, ovvero documentata da immagini o filmati e confermata da esperti, per un totale di 29 volte. Si tratta, nello specifico, di segnalazioni relative a 29 individui, singoli o aggregati". La volontà di studiare il fenomeno dipende dalla quantità anomala di informazioni che riguardano il Lodigiano: "Per ragioni sconosciute, forse geografiche, il Lodigiano è una zona idonea alla diffusione di una specie che è sicuramente molto adattabile, ma che ha zone apparentemente ben migliori da colonizzare – documenta l’esperto –. Inoltre, la rete di osservatori volontari, che siano curiosi, naturalisti dilettanti e non, è molto più densa ed efficace rispetto al resto della Lombardia". Da qui il suo attuale appello: "Chi vuole collaborare a un’indagine sulla presenza, distribuzione, andamento temporale della presenza del Lupo nel Lodigiano, può far avere segnalazioni dirette, mostrando foto, video, immagini di feci, animali predati e, solo, se davvero di grandi dimensioni, impronte. È una ricerca che si basa sulla collaborazione dei cittadini (Citizen Science) e sulla fiducia" chiarisce. Nei mesi scorsi è capitato che gli animali selvatici mettessero a dura prova gli amministratori. Ad esempio, a Maleo, un cinghiale si è di molto avvicinato al centro abitato. Era giorno di mercato. Non si contano più, infine, i danni segnalati nei campi, dove i cinghiali scavano il terreno e le nutrie provocando cedimenti anche in colatori e fossi utilizzati per l’irrigazione. A tanti invece, come diversi volontari animalisti, questi esemplari non creano problemi e c’è chi li assiste portandogli cibo. Frequenti infine gli avvistamenti di daini. A Senna l’anno scorso uno di questi animali ha attraversato la provinciale per Somaglia ed è finito nel finestrino di un’utilitaria in transito. Fortunatamente la bambina che sedeva normalmente nel seggiolino, fissato su quella parte di auto, in quel momento non c’era. Numerosi anche gli investimenti di cinghiali.
CronacaLodi, boom di animali: col lockdown torna il lupo