di Pier Giorgio Ruggeri
Se ne deve andare. Un uomo di 36 anni non potrà più tornare dalla moglie e dai figli. Lei lo ha denunciato, dopo anni di vessazioni e violenza. Non ne poteva più e si è decisa a raccontare quel che accadeva spesso, troppo spesso per essere considerata una cosa sopportabile. La donna, nella denuncia presentata ai carabinieri di Pizzighettone a inizio mese, ha raccontato che il compagno da tre anni a questa parte spesso perdeva la testa e cominciava con gli insulti per finire spesso con calci e pugni. Lei ha sopportato per un po’, forse per troppo tempo, ma l’ha fatto solo in nome dell’amore dell’unità familiare e per i figli, senza mai ricorrere al pronto soccorso o alle cure di un medico, mentendo sui lividi che l’uomo a volte lasciava sul suo volto e sul suo corpo. Ma poi ha capito che non era possibile andare avanti in questo modo e che la spirale di violenza si stava facendo troppo pericolosa per tutti e ha deciso. Il coraggio glielo ha dato un’ultima aggressione.
Ai primi di giugno in casa era scoppiato un tremendo litigio, fortunatamente solo verbale. La donna però, temendo per lei e i figli, aveva chiamato i carabinieri della stazione del paese che erano intervenuti e avevano riportato la calma. Ma in quel frangente era stato fatto presente il comportamento violento del compagno della donna che spesso non si limitava a urla e insulti, ma passava alle vie di fatto e i militari avevano fatto capire alla vittima che non era il caso di attendere che accadesse il peggio o l’irreparabile. Così lei aveva preso coraggio e si era presentata in caserma dove aveva raccontato le sue vicissitudini e quel che accadeva, stilando una denuncia particolareggiata. Con quel foglio in mano i militari hanno avvertito subito il magistrato il quale ha deciso in breve che la permanenza dell’uomo nella casa di famiglia sarebbe stata pericolosa. E mercoledì scorso i militari sono andati a trovare il 36enne e gli hanno comunicato che il magistrato aveva deciso che lui se ne doveva andare subito da quella casa e non avrebbe più potuto fare ritorno nella residenza di famiglia né avvicinare la compagna o i figli.