LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Mensa, piatto alternativo: il digiuno

Abolito il prosciutto per chi non voleva la portata in menu, un papà: "Nessuno può fare controlli sulla qualità"

di Laura De Benedetti

O mangi ‘sta minestra o... digiuni. E i genitori pagano comunque il buono pasto completo, senza poter controllare i menu.

Non solo: ai tempi di Greta Thunberg in mensa si usano stoviglie di plastica bandite dal 2021.

Ad evidenziare queste contraddizioni è Massimiliano Innocenti, un papà che fa parte della commissione mensa della elementare Barzaghi: "Posso parlare solo da genitore – sottolinea – perché da febbraio le commissioni mensa scolastiche non sono state più convocate. Non ci è stato possibile effettuare i controlli su qualità del cibo, sprechi, ecc., neppure a inizio settembre, quando, tra l’altro, è iniziato il nuovo appalto della ristorazione. L’Ats di Milano ha autorizzato i sopralluoghi a Milano (sospesi il 23 ottobre, ndr), perché qui no? Intanto la commissione mensa del Comune fa valutazioni e prende decisioni".

Tra queste, quella che riguarda la cancellazione della seconda portata alternativa: "Fino all’anno scorso la pasta in bianco e il prosciutto erano l’alternativa al primo e al secondo piatto – spiega Innocenti –; ora la seconda opzione è stata tolta: si paga uguale, la ditta risparmia e i bambini cui non piace la portata vengono a casa affamati, senza contare gli sprechi. Non da ultimo le posate monouso in plastica: il Comune ha fondi per il Covid e avanzi di bilancio, perché non investire in bioplastiche invece di usare quelle a breve fuorilegge, visto che insegnano ai bambini la salvaguardia dell’ambiente?".

"L’accesso all’interno delle scuole, mense comprese, spetta ai dirigenti scolastici e Ats, in un’email informale, ci ha confermato come sia opportuno limitarli – replica l’assessora Giusy Molinari –. La “nostra“ commissione mensa è convocata una volta a settimana: i docenti non ci hanno segnalato particolari criticità. In commissione abbiamo limitato la scelta a un solo piatto alternativo, che tra l’altro è previsto solo in caso di “disgusto“, e si è deciso per il primo. Questo perché, a causa della pandemia, in molte scuole, circa la metà degli studenti deve mangiare in classe o fare turni in refettorio con tempi ristretti per cui non c’è tempo per troppi “passaggi“, che includono, su 2.360 pasti forniti, piatti diversi anche per intolleranze o motivi religiosi. Dopo il Covid? Faremo delle valutazioni, anche per migliorare l’appetibilità dei piatti".

La scelta della plastica è stata, afferma Molinari, "l’alternativa più facile ed economica in un servizio anti-Covid approntato in 3 settimane. Ma non dimentichiamo le borracce donate agli alunni per evitare il ricorso a bottigliette di plastica".