
di Laura De Benedetti
L’affidamento ai progettisti dovrà avvenire entro il 31 dicembre; poi la scuola tutta nuova da 18 milioni di euro di fondi Pnrr, dovrà essere collaudata, in base al cronoprogramma, entro il 30 giugno 2026, per essere fruibile, dunque, dal settembre di quell’anno. "É galvanizzante perché in questo modo l’Einaudi può diventare un vero “laboratorio territoriale dell’innovazione”, tra i pochi in Italia, come da riforma degli istituti professionali - sottolinea la vice preside Emanuela Maffeo -. Il nostro obiettivo, ambizioso e fattibile, è cambiare gli spazi perché si possano avere classi “parallele”, privilegiando l’inclusione. L’opportunità è grande perché non si tratta di ristrutturare, adattandolo, un edificio esistente, magari storico e coi vincoli della Sovrintendenza, ma di crearne uno ex novo. Il nostro è un sogno ma è anche un diritto, dato che i circa 630 studenti totali dell’Einaudi dagli anni ‘90 sono suddivisi su 3 edifici, due nel complesso scolastico dello Spezzaferri (di cui uno è la sede, che verrà poi abbattuta, ndr), nel quartiere di San Bernardo, e uno presso la media Cazzulani (con circa 150 studenti), in centro". "Speriamo di essere coinvolti nella programmazione: è importante che venga ascoltata la voce della scuola" - sottolinea la preside Laura Majocchi. Proprio per questo l’Einaudi sta già avviando una serie di incontri con tutte le componenti dell’istituto per essere pronto, quando l’incarico sarà affidato ai progettisti, a condividere le istanze con la Provincia, che ha ottenuto i fondi (lo scorso maggio, grazie all’intervento dell’ex giunta Passerini che ha predisposto la richiesta e firmato una convenzione col Comune di Lodi per la cessione dei terreni): "Intendiamo coinvolgere tutte le componenti dell’istituto: docenti, studenti, famiglie, collaboratrici scolastiche - spiegano le due dirigenti -. Inoltre le docenti verranno anche coinvolte in maniera specifica in base all’area disciplinare di competenza, a partire dai tre indirizzi di studio, enogastronomico, socio sanitario e commerciale, ma anche ad esempio, per aree come lo sport o l’informatica".
"L’obiettivo - sottolinea Maffeo, che il maggio scorso ha partecipato a Firenze a ‘Didacta’, promossa da Indire, istituto nazionale che si occupa di innovazione didattica, sul tema delle Avanguardie educative - è superare l’idea di una scuola fatta di banchi, cattedre e corridoi con una gestione innovativa del tempo scuola e della didattica: non più italiano o matematica separati ma unità didattiche multidisciplinari in cui si unificano le competenze". Il nuovo edificio sorgerà in un’ampia area verde a forma di ‘L’, oggi in parte a giardino e in parte a campo di calcio, sul retro del complesso dello Spezzaferri, nel quartire San Bernardo. Il cronoproramma attuale prevede l’affidamento ai progettisti entro il 31 dicembre, l’approvazione del progetto esecutivo entro il 30 giugno 2023, l’avvio lavori entro il 31 marzo 2024 e la conclusione e il collaudo entro il giugno 2026. "La Provincia ha detto che ci contatterà; l’auspicio è che non sia un progetto calato dall’alto" concludono all’Einaudi.