LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Lodi, Roberto Bolzoni ucciso a coltellate: dov’è l’arma? Test sulle tracce di sangue trovate sulle scarpe dei due indagati

Trentacinque fendenti per ammazzare il 61enne nella sua macchina in piazza Omegna. I carabinieri cercano la lama, portafoglio e cellulare trovati in un corso d’acqua

Il sessantaduenne Roberto Bolzoni è stato rinvenuto nella propria vettura

Il sessantaduenne Roberto Bolzoni è stato rinvenuto nella propria vettura

Lodi – Sono stati rinvenuti ieri mattina il portafoglio e il cellulare di Roberto “Rambo“ Bolzoni, il sessantunenne trovato senza vita il 18 febbraio, ucciso con 35 coltellate nella sua automobile parcheggiata in piazza Omegna, a poche decine di metri dalla sua abitazione di via Raffaello Sanzio. Gli oggetti sono stati trovati dai carabinieri con l’ausilio dei vigili del fuoco in zona San Fereolo, nel canale che affianca via Precacesa, non lontano dall’abitazione in via Luigi Bay di Andrea Gianì, il 29enne che insieme allo zio Roberto Zuccotti è indagato per omicidio.

Gli inquirenti sono in possesso di diversi filmati delle telecamere di sicurezza della zona. Proprio grazie ai filmati sono arrivati al ritrovamento degli oggetti di Rambo. Nei prossimi giorni, cellulare e portafoglio saranno sottoposti alle analisi scientifiche. Proseguono inoltre le ricerche dell’arma del delitto e di altri averi del sessantunenne: una collanina, due anelli d’oro e le chiavi dell’auto che gli sono stati sottratti.

Mercoledì era arrivata la convalida del fermo per Zuccotti, il 48enne di Crespiatica con precedenti penali che finora si è avvalso della facoltà di non rispondere, e per il nipote Andrea Gianì, che si dichiara estraneo ai fatti. Il giudice per le indagini preliminari Ivonne Fiorella Calderon ha disposto per i due parenti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il pericolo di fuga e il rischio di inquinamento delle prove. Nessun commento da parte dei legali di Zuccotti.

L’avvocato Alessandro Corrente fa sapere, invece, che Gianì sta meglio: “Nonostante la situazione, ora è più tranquillo. Andrea è incensurato, non è mai stato in carcere e inizialmente era molto scosso. La sua famiglia però è compatta nello stargli vicino. Siamo lieti che siano stati ritrovati alcuni oggetti di Bolzoni e speriamo che le analisi possano fare chiarezza”. Ancora nessun riscontro invece dai test effettuati sulle macchie di sangue prelevate dalle scarpe dei due indagati. Proseguono anche le indagini sui cellulari dei due presunti colpevoli, che potrebbero fornire informazioni utili ai fini processuali.

Le indagini hanno portato ai due arresti sabato 22 febbraio, dopo il ritrovamento di alcune impronte digitali di Zuccotti sul veicolo di Bolzoni. Da quelle tracce gli inquirenti erano risaliti a zio e nipote grazie ai video delle telecamere di sicurezza del punto Snai di via Villani. I filmati mostrano il momento in cui Bolzoni, Gianì e Zuccotti salgono sull’auto della vittima, una Golf bianca trovata dalla moglie nel parcheggio di piazza Omegna, chiusa dall’esterno. Sono inoltre attesi in giornata i primi rilievi delle perizie effettuate sul veicolo dove il sessantunenne è stato rinvenuto a due giorni dalla scomparsa.