Casaletto Lodigiano (Lodi) – L’oste di Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo, quando sparò a Petre Marin Ungureanu, era in piedi o a terra? È un aspetto fondamentale, dirimente, nella vicenda processuale del gestore dell’Osteria dei Amis, che nella notte tra il 9 e il 10 marzo del 2017 uccise il ladro romeno di 32 anni.
La nuova perizia balistica disposta dai giudici della Corte d'Appello di Milano esclude che l'oste 73enne potesse essere a terra quando. Nel processo di primo grado, nel quale l’uomo è stato assolto dall'accusa di omicidio colposo per eccesso di difesa, era emerso dalle consulenze dei Ris di Parma e dei consulenti della difesa che il colpo era partito mentre Cattaneo stava cadendo a terra dopo che la canna del fucile da caccia che imbracciava era stata strattonata da uno dei ladri.
Il perito Dario Redaelli, esperto della polizia scientifica milanese interpellato oggi dalle parti in merito alla nuova relazione depositata, esclude però questa ipotesi. "Considerata la posizione nella quale la scatola è stata raggiunta dal colpo, escludo che lui possa essere stato a terra. Doveva essere in piedi".
Il primo bersaglio dello sparo è stato infatti uno scatolone, la cui esatta posizione potrebbe determinare anche la distanza tra l'oste e la vittima. “È stato riscontrato che l'imputato ha patito lesioni sul braccio destro”, ha aggiunto il perito. “Se il fucile non è correttamente imbracciato determina un ematoma come quello riscontrato dai medici legali. Nel momento in cui ha sparato, il fucile non era correttamente imbracciato e il calcio è andato a interagire con il bicipite”.
Si torna in aula per le discussioni e il verdetto il prossimo 11 aprile per l’appello. “Il mio calvario continua - ha detto Cattaneo al termine dell'udienza -, cercherò di resistere fino alla fine, anche se sono al limite. Devo credere nella giustizia ed essere fiducioso”.