di Carla Parisi
La pandemia ha chiuso i teatri ma non ferma la recitazione, che continua attraverso progetti alternativi nell’attesa di ritrovarsi sul palcoscenico e in sala. A dimostrarlo sono l’attore e regista Luciano Pagetti e la Compagnia Teatrale “Il Pioppo“, da lui diretta e ideata fin dal 1981. L’artista ha infatti aderito, assieme al Teatro alle Vigne e alla libreria “Il Libraccio“ di Lodi, al progetto nazionale #RipartiamoDallaCultura, promosso dall’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, dall’Associazione Librai Italiani e Impresa Cultura Italia – Confcommercio. "Lunedì (domani per chi legge, ndr) dopo l’orario di chiusura sarò nella libreria di Corso Roma a Lodi per recitare, senza pubblico, un brano tratto da “Le città invisibili“ di Calvino, quello sulla città di Ipazia – spiega Pagetti – e il video che sarà realizzato verrà poi diffuso sui social. Lo scopo dell’iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica alla centralità della cultura, e non è un caso che parta dalle librerie, unici presidi culturali rimasti aperti". I teatri, infatti, sono ancora chiusi dopo una breve parentesi di apertura nei mesi scorsi, ma la compagnia Il Pioppo ha cercato altri modi per continuare a recitare: "L’ultima rappresentazione dal vivo risale al Capodanno 2020 alle Vigne – racconta Pagetti – perché la pandemia ha bloccato tutte le rappresentazioni. Allora abbiamo deciso, per tenerci in allenamento e continuare a mantenere i legami come gruppo, di realizzare dei radiodrammi, riprendendo una tradizione degli anni Sessanta: per ora abbiamo proposto “Il fantasma di Canterville“, un giallo intitolato “L’ultimo canto“ e alcuni racconti di Cechov. Il successo sui social YouTube e Facebook è stato molto buono, e ora stiamo preparando “Canto di Natale“ di Dickens".
Attività che comunque non sostituiscono l’emozione di uno spettacolo dal vivo, un’esperienza che in momenti meno delicati dell’emergenza sanitaria in atto sarebbe anche possibile. "A settembre, non trovando spazi a Lodi, avevamo ripreso a ritrovarci a “Il Centro“ di Lodi Vecchio per le prove, sempre nel rispetto delle norme, e stavamo allestendo uno spettacolo sugli stereotipi maschili e femminili intitolato “Chi dice donna dice danno... chi dice uomo dice inganno“, che anche sul palcoscenico si sarebbe svolto mantenendo le distanze tra gli attori – racconta – ma già con il coprifuoco abbiamo dovuto sospendere le prove: siamo una compagnia di dilettanti e la sera è l’unico momento in cui possiamo trovarci. E senza prove come si fa ad avere uno spettacolo pronto? Continueremo con le attività a distanza, ma speriamo di poter tornare presto in presenza, perché solo in questa dimensione sono possibili l’empatia e il contatto".