Cosa passa nel Po? Ce lo dirà un monitoraggio che andrà avanti per tutto il mese di marzo e poi sarà periodicamente ripetuto a cadenza stagionale. È stato presentato ieri al porto di Cremona il piano AquaPo dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Alessandro Bratti, dal Direttore Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque Istituto Superiore di Sanità Luca Lucentini, il direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente Fabrizio Piccarolo ed il Capo Laboratorio del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Mario Negri Sara Castiglioni.
Si tratta di un esperimento che vuole scoprire qual è la qualità dell’acqua del grande fiume, con prelievi effettuati in prossimità dei principali affluenti Lambro, Adda, Ticino, Tanaro, Oglio, Mincio e Secchia oltre che nelle aree del delta, sia in foce di sponda veneta che emiliano-romagnola. Si vuole scoprire che cosa c’è nell’acqua del grande fiume, a partire da farmaci, pesticidi, prodotti per la cosmesi e cura personale. Il monitoraggio che si sta avviando servirà a difendere e migliorare la risorsa idrica e verificare il rispetto dei parametri fissati della normativa. Questo diventa dunque un elemento-guida nell’adozione delle più corrette politiche che mirano alla salvaguardia delle nostre acque e della nostra salute.
Per queste ragioni l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – che tra le sue competenze specifiche annovera proprio il monitoraggio sulla qualità delle acque all’interno del distretto padano che comprende il Po e i suoi affluenti – ha deciso di avviare, insieme a partner di eccellenza come Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, una ricerca che “fotografi” la presenza e le quantità dei contaminanti emergenti. "L’attenzione sempre più crescente per i contaminanti emergenti sta innescando un cambio di paradigma a livello europeo nella definizione di qualità dell’ambiente aquatico. Il Progetto AquaPO si pone l’obiettivo di valutare per la prima volta nel distretto padano i quantitativi di 62 inquinanti emergenti e di determinati geni di resistenza microbica", ha sottolineato il segretario AdbPo Alessandro Bratti.