Paola Arensi
Cronaca

Buste con proiettili sono state mandate a tre assistenti sociali del Lodigiano

L’inquietante episodio è emerso dopo la denuncia di Manuela Zaltieri, presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Lombardia. “Servono prevenzione e valutazione del rischio”

Tre buste, ciascuna con due proiettili all’interno

Tre buste, ciascuna con due proiettili all’interno

Lodi, 28 gennaio 2025 – Proiettili recapitate via posta a tre assistenti sociali lodigiani, la presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Lombardia Manuela Zaltieri lancia l’allarme: “Servono prevenzione e valutazione accurata del rischio”.

Da una prima ricostruzione dell’accaduto sembra che sei proiettili, due per busta, siano arrivati nelle caselle della posta di un direttore e due assistenti sociali del Lodigiano (in particolare, del servizio Tutela minori). I motivi sono sconosciuti. Il caso, di cui si stanno occupando gli inquirenti, ha generato sconcerto e preoccupazione per lo svolgimento della delicata professione. Il caso riguarda inizio anno ed è appunto stato fatto emergere grazie alle dichiarazioni della presidente: "Il 2025 è iniziato all’insegna delle minacce e dell’intimidazione per due colleghe del servizio tutela del Lodigiano a cui sono state recapitate delle buste contenenti dei proiettili –  chiarisce –. Come comunità professionale e come Consiglio dell’Ordine, vogliamo esprimere alle colleghe tutta la nostra vicinanza e solidarietà, non in modo formale o rituale ma mettendoci a loro disposizione” spiega.

Poi la riflessione: "È necessario riflettere sull’aumento delle violenze a cui sono esposti gli assistenti sociali di tutta Italia. Le nostre colleghe, sono state vittime di minacce gravissime che richiamano, nello stile, le intimidazioni mafiose. E negli ultimi anni, il rapporto di fiducia tra i Servizi Sociali – specialmente dell’area tutela minori – e la cittadinanza, si è deteriorato”. La responsabile analizza, quindi, le possibili cause di questo fenomeno:  “Una responsabilità è certamente attribuibile a una mutata e distorta narrazione dei fatti e della professionalità degli operatori, che alimenta il discredito verso gli stessi e i servizi. Ma sono il malessere della cittadinanza, le fatiche quotidiane, la frustrazione di un lavoro sempre più povero ad esasperare le persone e a privarle delle adeguate risorse per affrontare la complessità di ogni giorno. Condizione che può produrre quell’aggressività, che viene poi scaricata sulla nostra comunità professionale, spesso individuata come la sola responsabile delle difficoltà che si incontrano nella risoluzione dei problemi” osserva.

Poi la conclusione e l’invito ai colleghi: "Se come Ordine regionale – conclude la presidente – stiamo da anni sensibilizzando i dirigenti e le parti politiche affinché si investa in prevenzione e si compia una adeguata valutazione del rischio del proprio servizio, chiediamo a tutti i colleghi e le colleghe, che ricevono minacce o sono vittime di aggressioni, di comunicarlo attraverso l’apposita piattaforma presente nell’area riservata di ogni operatore”.