PAOLA ARENSI
Cronaca

Pronti alla catastrofe Il Po tracima dagli argini L’esercitazione è riuscita

Coinvolti 120 volontari di protezione civile di tutto il territorio. Testato l’allontanamento dei residenti. Il responsabile: ci servono più giovani.

di Paola Arensi

Un campo base al centro sportivo di Ossago Lodigiano, 120 volontari di protezione civile di tutto il territorio, 12 civili come figuranti e 7 ponti radio in tutta la provincia. Questi i numeri della maxi esercitazione di protezione civile accolta ad Ossago dal 6 al 9 luglio e organizzata dalla Federazione Italiana Ricetrasmissioni CB Servizio Emergenza Radio, il cui presidente è Patrizio Losi di Casalpusterlengo. Era la prima richiesta ed autorizzata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, nel Lodigiano. "L’obiettivo – spiega Losi – era verificare l’addestramento dei volontari, ma soprattutto le procedure dei piani di protezione civile comunali, con particolare attenzione al piano delle radiocomunicazioni di emergenza, che ha come centro operativo la Prefettura di Lodi. La prova di soccorso prevedeva la simulazione di un evento idrogeologico importante, con una serie inondazioni di scantinati e la formazione di “fontanazzi“, nei pressi dell’argine maestro del Po, con la successiva evacuazione di alcuni cascinali lungo tutta l’asta". L’esercitazione ha coinvolto: Ossago Lodigiano, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda, Senna Lodigiana, Guardamiglio.

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La rete radio alternativa ha intanto permesso il collegamento con le sale operative di Prefettura di Lodi, e di diversi Comuni. "Avevamo timore perché tre anni fa, al passaggio dall’analogico al digitale, come per la televisione, abbiamo avuto problemi e dovuto rincorrere a lungo la tecnologia. Invece i collegamenti erano forti e chiari in tutti i Comuni" garantisce Losi.

La tracimazione e la rottura degli argini maestri del Po costituiscono uno scenario di catastrofe nazionale che, per intensità ed estensione, deve essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari di protezione civile. "Da qui il test, ben riuscito, sulle procedure di allontanamento repentino delle popolazioni, dall’area esondabile, che ad oggi risultano essere l’unica attività, che possa garantire la salvaguardia delle vite umane, in caso di esondazione del fiume (sia per sormonto che per collasso dell’argine)" continua Losi. La presenza di civili nel campo, che fuori dal Lodigiano è consuetudine, era invece una novità per il territorio". Tra i 12 cittadini della Bassa rimasti a dormire con noi, in quanto evacuati (per finta), c’erano 4 ragazzini, dai 6 ai 12 anni – dettaglia –. Per loro l’esperienza della doccia da campo era gioco. E dopo la registrazione hanno ricevuto il kit con lenzuola, coperte, brandina da campo, tenda". Infine una considerazione: "Va migliorata la parte burocratica e il caldo ha invece messo in luce l’età avanzata dei volontari. Servono più giovani".