"Raccogliere legna secca nelle zone demaniali per alimentare stufe e camini? Sono in pochi a farlo ma è un’opportunità che consente tra l’altro di tenere pulite le aree". Lo spiega il presidente del Parco Adda Sud, Francesco Bergamaschi. Il problema, più che la fatica di raccogliere, è la burocrazia: le persone interessate, spiega il presidente, "devono fare richiesta di concessione alla Regione, tramite l’Ufficio territoriale di Lodi; la pratica passa quindi al Parco, che esprime un parere. Quest’anno abbiamo avuto 12 domande, per lo più di pensionati che occupano qualche giorno per fare legna per l’inverno".
Però oggi con la crisi energetica che ha portato all’aumento anche dei costi di pellet, biomasse, materiali legnosi, la raccolta diretta, gratuita, può rappresentare "una possibilità interessante". Buona parte della superficie di 24mila e 260 ettari del Parco Adda è agricola, ma restano fruibili "le aree demaniali, lungo i fiumi" dove è possibile raccogliere materiale legnoso secco giacente a terra (rami secchi, ramaglie), "per un modico quantitativo a uso familiare".
A seconda che si tratti di siti più o meno “protetti“, è consentito l’accesso da agosto a febbraio per 20 giorni frazionabili, previa comunicazione al Parco. L’ente, intanto, che aveva ottenuto da Regione Lombardia 175mila euro per l’acquisto della sede in via Dalmazia, ora che la nuova giunta non intende più alienare l’immobile dell’Isola Carolina, sta valutando l’ipotesi di trasferirsi a Villa Braila: "È uno stabile prestigioso, onorerebbe il Parco". L.D.B.