REDAZIONE LODI

Restrizioni nel Lodigiano e a sud di Milano

Restrizioni preventive per il rischio peste suina a San Colombano al Lambro e nelle campagne lodigiane. Accorgimenti necessari per attività all'aperto e divieti di spostamento degli animali.

L’allerta è altissima negli allevamenti Le restrizioni più significative toccano 13 Comuni nel Lodigiano

L’allerta è altissima negli allevamenti Le restrizioni più significative toccano 13 Comuni nel Lodigiano

SAN COLOMBANO AL LAMBRO (Milano)

Rischio peste suina sulle colline di San Colombano al Lambro e nelle campagne lodigiane, scattano restrizioni preventive. Dopo le limitazioni per i cittadini pavesi e la decisione della Commissione europea di allargare le zone sotto controllo, ora è il turno del Lodigiano. Anche se qui, al momento, fortunatamente, ad oggi, non ci sono stati contagi. Al 31 luglio, sono 29 i cinghiali abbattuti, da inizio marzo, nell’ambito dei controlli dovuti al virus. Ma d’ora in poi, dato che la diffusione della peste suina potrebbe non essere stata provocata solo dai cinghiali, per fare trekking o cercare funghi, serviranno alcuni accorgimenti. Nelle zone individuate come a rischio, infatti, è consentito addentrarsi solo sui sentieri autorizzati e con il parcheggio delle auto nelle aree asfaltate. Chi pratica attività outdoor è obbligato a cambiare le calzature in partenza e all’arrivo, non può bivaccare e deve disinfettare, con prodotti idonei, vestiti, calzature, attrezzature e anche delle ruote delle biciclette. Occorrono anche soprascarpe usa e getta per la ricerca di funghi. E dovranno essere affissi, sulle principali vie d’accesso, cartelli, indicati dall’Agenzia di tutela della salute, in cui si segnala la presenza di peste suina. Si tratta di un cordone di 10 chilometri intorno alle uniche due località della zona, che sono pavesi, in cui è veramente già stata trovata traccia di peste suina e cioè Torrevecchia Pia e a Santa Cristina e Bissone. Infine, chi organizza eventi (trekking, passeggiate, escursioni ciclistiche, pesca a tutti i livelli, al monitoraggio ambientale e faunistico, ricerca di funghi, cerimonie religiose, picnic e transumanza), deve farsi autorizzare dal sindaco, con una informativa alle autorità competenti locali e previa segnalazione al Commissario Nazionale incaricato di seguire la questione. In alcune regioni d’Italia tutto questo è già stato normato e applicato e si sono già viste sanzioni.

Le restrizioni più significative toccano 13 Comuni nel Lodigiano e 5 nel Sudmilano: sono infatti in fascia di restrizione III i territori di Borghetto, Borgo, Casaletto, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Graffignana, Lodi Vecchio, Marudo, Pieve Fissiraga, Salerano Sul Lambro, Sant’Angelo Lodigiano, Valera Fratta, Villanova del Sillaro (rispetto alla versione precedente, non c’è più Orio Litta) e ancora Carpiano, Cerro al Lambro, Melegnano, San Colombano al Lambro, San Zenone al Lambro. Qui c’è il divieto assoluto di spostamento degli animali e delle carni, se non verso i macelli designati. Inoltre 39 comuni della provincia di Lodi e altri 7 nel Sumilano, sono stati inseriti in fascia di restrizione I molto più blanda. Paola Arensi