
Retta piena e quindi parecchio cara, perché l’asilo nido non ha ottenuto il contributo dal Comune, come tutti gli altri anni. Ma, come spiega il sindaco, tirato in ballo, anche se non in prima persona, in un volantino dell’asilo, se questi soldi non sono stati concessi, c’è un motivo ben preciso. "Non abbiamo potuto elargire il contributo all’asilo nido privato Bibì e Bibò, che ha dovuto imporre alle famiglie una retta piena e quindi più cara del solito, perché lo stesso asilo non è in regola con le norme di sicurezza dettate dall’Asl". Chiare e semplici le parole del sindaco Giovanni Sgroi (nella foto) che spiega come l’asilo nido non abbia ottenuto il placet dall’Asl perché manca di alcune misure di sicurezza ritenute indispensabili.
"Quando mi è stato fatto presente questo inconveniente – aggiunge il primo cittadino –, io avevo due strade: o far chiudere l’asilo per mancanza delle misure di sicurezza o concedere una proroga. Ho scelto questa seconda via e adesso l’asilo deve mettersi in regola entro 90 giorni. Al termine di questo lasso di tempo, a fine gennaio, se tutto sarà a posto, allora il Comune non avrà alcuna difficoltà a elargire il solito contributo, come negli altri anni". E le rette chieste dalla scuola saranno allora calmierate. Ma fino ad allora, con ogni probabilità i costi per le famiglie saranno di certo alti. Tutto nasce da un volantino che il nido ha diffuso nei giorni scorsi per rispondere alle crescenti lamentele dei suoi utenti e per giustificare le rette alte che hanno generato le conseguenti proteste delle famiglie. Nel documento si accenna al fatto che la direzione dell’asilo non ha potuto calmierare i prezzi come aveva fatto negli anni passati per mancanza del contributo comunale che tutti gli anni viene elargito. E il sindaco ha risposto rivelando come mai questi soldi, che vengono concessi a tutte le scuole senza distinzione tra statali e private, nel caso dell’asilo Bibì e Bibò non hanno potuto essere assegnati.
Pier Giorgio Ruggeri